Sotto l’occhio dei bambini è febbre Pinacoteca
Sono i bambini a riaprire la casa-museo. Ieri, sotto la pioggia, il taglio del nastro. Prenotazioni sold out fino a lunedì
Sono stati i bambini, ieri, i primi a respirare la bellezza della Pinacoteca: hanno tagliato il nastro con il sindaco Emilio Del Bono. I primi tre giorni di riapertura sono da tutto esaurito.
Lavandaie dai profili sgraziati, portaroli con i calzini bucati, straccioni con le toppe sul sedere: ossessionato dagli spiantati, dai fondi neri e da un naturalismo da marciapiede, l’Omero dei diseredati (cit Testori) Giacomo Ceruti e i suoi pitocchi affollano una sala dalle pareti di velluto verde bottiglia. Eleonora d’Este e la sua bellezza apollinea, scolpita da Canova, condividono la galleria con i «Profughi di Praga», mentre il conte Tosio accoglie con finta negligenza il pubblico all’inizio del percorso.
Pigia-pigia, fotografi inzuppati, ombrelli che intasano l’ingresso: la Pinacoteca Tosio Martinengo ha riaperto a una bolgia umana ieri mattina (le 8.200 prenotazioni hanno reso sold-out i primi tre giorni, fino a domani). I primi a calpestare i sacri pavimenti del palazzo del conte Martinengo sono stati i bambini. Una generazione di millennials taglia extra-small che, fino a ieri, non aveva mai potuto vedere i capolavori del conte Tosio nelle vecchie sale bordeaux causa lavori in corso: il restauro è durato nove anni (la fattura è di 6,9 milioni di euro).
Oltre alla folla isterica che ieri ha viaggiato nell’arte e nelle 21 sale del percorso c’era il vescovo Pierantonio Tremolada che, molto «impressionato dall’armonia tra modernità e arte» dell’allestimento, ha suggerito ai bresciani di «custodire e coltivare la bellezza».
Dal Laocoonte con le dita della mano mozzate all’ «Adorazione dei pastori» di Moretto, parecchi capolavori della Tosio Martinengo sono stati recuperati attraverso l’Art bonus e i bonifici di imprese e privati. Ma c’è ancora qualche mecenate da indurre in tentazione: le due gigantesche opere alla fine del percorso, il «Convitto di Baldassarre» e la «Cacciata di Eliodoro» di Giuseppe Tortelli, hanno bisogno di passare sotto i bisturi: Roberta D’Adda, conservatore di Brescia Musei, sta cercando di reclutare finanziatori (i restauri costano 25 mila euro l’uno, ma si possono pagare anche con una colletta). I lavori a palazzo sono ancora in corso: entro l’anno, sarà pronta la copertura in cristallo del cortile (con 400 mila euro, la fondazione Cariplo coprirà buona parte delle spese). Poi apriranno anche il bar e le sale per le mostre temporanee al piano terra. Al sindaco Emilio Del Bono, come ha detto l’altro giorno alla vernice, restano due obiettivi: «Il teatro romano e il restauro del Bagnatore, per cui la Loggia cercherà fondi».