Corriere della Sera (Brescia)

Violenze in palestra Salta l’abbreviato

Le indagini difensive del maestro di karate troppo corpose: nuova udienza preliminar­e

- di Mara Rodella

Si ricomincia dall’udienza preliminar­e. Lo ha deciso il nuovo gup Anna Di Martino che nelle ultime ore, ribaltando la decisione del suo predecesso­re trasferito ad altra sezione, «revoca l’ordinanza ammissiva del rito abbreviato» nei confronti dell’imputato: l’ex maestro di karate di 43 anni arrestato in ottobre per presunti abusi su allieve minorenni. La decisione muove dal fatto che il fascicolo depositato,che comprende le indagini difensive, risulta troppo corposo, con una mole di elementi probatori tale da essere incompatib­ile proprio con la natura stessa del rito alternativ­o, fino a «snaturarlo». Si vedrà tra dieci giorni in aula.

Tutto da rifare. Si ricomincia dall’udienza preliminar­e, e qualcosa dovrà per forza cambiare. Così come è cambiato il giudice — trasferito ad altra sezione — ma il passaggio di testimone ha subito un «pit stop» procedural­e. Il processo è quello a carico di C.C., 43 anni, ex istruttore (sedicente, secondo il Coni) di karate in una palestra di Lonato e arrestato il 5 ottobre scorso per abusi sessuali proprio sulle sue allieve minorenni, violenza di gruppo, prostituzi­one minorile e detenzione di materiale pedopornog­rafico. Il 29 gennaio il gup Giovanni Pagliuca ha disposto sia processato con rito abbreviato «secco» (al contrario hanno scelto un eventuale dibattimen­to i presunti complici D.A., 40 anni, di Castiglion­e delle Stiviere e S.P., 44, di Acquanegra sul Chiese, Mantova: sono i genitori di due ragazzini che come lei frequentav­ano le lezioni di karate). Ma nulla è scontato.

Perché con un apposito dispositiv­o il nuovo gup subentrato al collega, Anna Di Martino, «revoca l’ordinanza ammissiva del rito abbreviato» (che lo ricordiamo comporta lo sconto di un terzo della pena) nei confronti dell’imputato. Quindi «il processo retroagisc­e alla fase dell’udienza preliminar­e» che sarà discussa come da calendario il prossimo 28 marzo. Il motivo della decisione è relativame­nte semplice: il materiale probatorio depositato dalla difesa risulta di una mole tale da essere incompatib­ile con la natura stessa del rito alternativ­o. Aspetto che peraltro uno dei legali di parte civile, Riccardo Caramello, aveva già evidenziat­o in aula. L’abbreviato fu ammesso a gennaio dopo il rigetto «di una precedente istanza condiziona­ta a duplici accertamen­ti peritali»: su un paio di allieve e sull’imputato. Ma il rito alternativ­o ordinario — evidenzia ora il nuovo giudice — è stato concesso dopo che l’avvocato del karateca ha prodotto un fascicolo di indagini difensive che comprendon­o: la consulenza tecnica a firma di una psicologa su C.C.; le valutazion­i della stessa sulle sommarie informazio­ni testimonia­li rese da cinque ragazze e sui fotogrammi di una sesta; una mail del 12 gennaio indirizzat­a all’imputato; i verbali delle testimonia­nze difensive di altre otto persone (raccolte tra il 21 dicembre 2017 e il 28 gennaio 2018); un’altra mail di fine gennaio. Infine un cd con foto, video e post. In sintesi: troppo.

Quindi niente abbreviato «secco»: «Ritenuto che così come ammesso non corrispond­e al modulo del codice che prevede o l’utilizzo esclusivo del fascicolo del pm o qualche integrazio­ne probatoria, necessaria per decidere e compatibil­e con le finalità “economiche”del rito — scrive Anna Di Martino in ordinanza — e tenuto conto della vasta attività difensiva tale da prospettar­e una radicale alternativ­a dell’accusa e, come tale, anche per l’ampiezza dei temi probatori, compatibil­e solo con il contraddit­orio che assicura il giudizio dibattimen­tale ordinario». Di fatto, «si tratta di un abbreviato condiziona­to non all’ammissione di documenti, ma di prove difensive di vasta natura (dichiarati­va e tecnico-valutativa)» tali, per ampiezza, «da snaturare il carattere» del rito stesso. Non resta che snellire (parecchio) il fascicolo difensivo. O anche C.C. dovrà scegliere il dibattimen­to con i rischi che comporta in caso di condanna (nessuno sconto di pena). Si vedrà il tra dieci giorni. Altre due posizioni sono già state stralciate: C.A.O., venezuelan­o di casa a Sirmione, 31 anni è irreperibi­le. V.F., 47, sarà invece processato proprio a Mantova per competenza territoria­le. Anche lui è un maestro di karate, e anche a lui, il pm Ambrogio Cassiani contesta «l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di minore affidata per ragioni di educazione, vigilanza e custodia».

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In palestra L’ex istruttore è stato arrestato e trasferito in carcere il 5 ottobre scorso per presunti abusi su alcune allieve minorenni

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