Viaggio notturno nelle viscere della città
Gli appassionati si calano nei tombini per disegnare il reticolo di canali sotto la città
Un viaggio alla scoperta delle viscere della città, delle vecchie rogge che un tempo alimentavano fucine e opifici. Viaggio fotografico con gli appassionati di Brescia Underground.
Venerdì e sabato per gli esploratori di «Brescia underground» sono, prima di tutto, due rogge che derivano dal Molin del Brolo e poi i giorni che chiudono la settimana. I più attesi, perché destinati alle spedizioni notturne nel ventre della città che ora ci è possibile documentare. Proprio in un fine settimana una squadra s’è infilata nel vaso Almici – Noy per ispezionarlo. Carlo Ottavio Almici e Vincenzo Maria Noy erano, nell’800, padroni di fucine e concerie ad ovest della città. Le alimentavano con l’acqua pescata dal Bova a Canton dell’Albera (Contrada del Carmine) e incanalata lungo le odierne vie Montebello e via Carducci. Ispezione interessante, ma non affascinante. Ad altri spettacoli sono abituate le squadre di Andrea Busi, capo delle spedizioni. Ben altro ha lascato di stucco Raffaele Entrada, Stefano Mondoni Alberto Palamidessi. O ancora Giacomo Senaldi, Guido Sartori e Cristian Gardini, attuali collaboratori. Sarà per un’altra volta! Non sempre ci si imbatte, come in passato, in un ponte romano di pietra o in un volto a botte con mattoni messi da maestri muratori come un ricamo, o nei resti di un laghetto pozzanghera, accanto nientemeno che alla Loggia. Gli underground bresciani conoscono l’intreccio di vasi, canali, rogge e fiumi anticamente a cielo aperto e oggi sotto l’asfalto. In alcuni scorre l’acqua, altri sono asciutti. Una volta scesi provare per credere - ci si trova in piccole gallerie percorribili chinando la schiena o carponi.
Se si finisce in un cunicolo non v’è alternativa se non lo strisciare come bisce. Tutto alla sola luce della torcia fissata sull’elmetto. Ogni corso ha più punti d’accesso, ben noti ad Andrea Busi che ogni tanto tenta una nuova avventura. Può capitare di incontrarlo quando la città dorme, mentre si infila in un tombino. Dicevamo all’inizio delle due rogge chiamate «Venerdì» e «Sabato». Ecco Busi all’angolo fra via Solferino e la strada di sfogo a piazzale Cremona. Quale la metà? «Entriamo nel “Sabato” - risponde indicando chi lo seguirà per risalire fino a via Moretto. Questa roggia che dava acqua ai campi solo il sabato (e così si spiega il nome) nasceva dal Molin de Brolo che sfiora il ristorante La Grotta». Buon viaggio! Altra notte. Ecco la squadra in contrada Pozzo dell’Olmo pronta per una gita nell’antico Celato. Con il Bova ed il Molin del Brolo è la terza importante via d’acqua sotterranea della città. Ecco ancora Busi che sbuca da un tombino di piazza Paolo VI. Tre metri più sotto, alla base della Tor del Pegol, ha scoperto un passaggio verso i Portici X Giornate. Forse un’antica via di fuga? Un canale dimenticato? Sconosciuto era l’accesso al Dugale che da Porta Bruciata correva lungo i Portici X Giornate. L’hanno scoperto le nostre talpe, è a un passo dalla stele che ricorda la strage di piazza Loggia. Calandosi da un tombino si finisce in una stanza tutta archi, sotto l’orologio dei matti delle ore.
Altre sorprese le ha riservate il ventre di corso Martiri della Libertà percorso dal vaso Canalone che raccoglie acque da più parti.
Nasce in corsetto Sant’Agata, e finisce per sottopassare il Garza. In piazzale Roma riceve le acque del vaso Fossetta (derivato dal Garza della Fossa). Non bastasse la banda Busi è arrivata in via Moretto, sotto Casa di Dio. Qui scorre il Dragone: un vaso che si stacca dal Bova a Canton d’Albera, segue le antiche mura fino a Canton Stoppini ove si divide in due rami. Uno scorre sotto la chiesa dei Miracoli, l’altro sotto Casa di Dio dove si separa di nuovo in altri due letti.
Ultimamente Carpenedolo ha chiesto a Brescia underground di esplorare il tratto a secco della Fossa Magna voluta nel 1300 da Bernabò Visconti. Detto, fatto. Utilissimi quindi i nostri esploratori. Grazie alle foto che scattano ed alle riprese anche noi possiamo conoscere cosa ci sia sotto l’asfalto della città.