La grande bellezza che vale il viaggio
Nei giorni scorsi ho avuto l’opportunità ed il privilegio di osservare i preparativi per la riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo. Un grande fermento di competenze, professionalità e capolavori d’arte. Con il procedere dei lavori, con le colorate pareti che andavano progressivamente riempiendosi, ho cercato di attribuirvi aggettivi che ne descrivessero il valore, ne raccontassero i contenuti da un punto di vista culturalmente corretto e ne testimoniassero l’importanza in modo storicamente approfondito. Alla fine è bastato dirmi che la Pinacoteca è bella.Di una bellezza incontestabile, evidente, gioiosa e rassicurante. Una «grande bellezza». Un’orgoglio bresciano che ci fa dimenticare le polemiche dei costi, di Kapoor, dei ritardi o degli anticipi, della politica e delle elezioni. Scontate le doverose lodi a Brescia Musei e all’attuale amministrazione, altrettanto superflua la riconoscenza a chi ha speso soldi di tasca propria per il restauro delle opere. Di questa realtà Brescia ne aveva bisogno per ribadire il pieno diritto ad essere considerata una delle capitali «vere» della cultura, non quelle geopoliticamente attribuite e dispensate da un gruppo politico più attento agli equilibri che alla sostanza (Pistoia docet). Da ieri, la nostra città non è più la stessa, può mettere in mostra un’altra eccellenza autentica e inestimabile. Bella appunto. Un patrimonio da sfruttare non solo dai bresciani e da chi si troverà a passare da queste parti. Adesso la sfida è proprio questa; dovranno venire a cercarla la «grande bellezza», non dovranno scoprirla sulla rotta di Brescia ma essere invogliati ad incontrarla perché questo merita, questo vale. Dopo 9 anni di chiusura la Pinacoteca si presenta nuova, ma nuova è anche la città. Non è più la provincia del tondino e delle armi ma una realtà viva che sa interpretare in pieno la sua funzione in seno all’offerta culturale. Negli ultimi anni Brescia è cambiata radicalmente, il centro storico ha saputo fronteggiare lo strapotere dei mega centri commerciali , le occasioni d’incontro si sono moltiplicate, una nuova coscienza di appartenenza e di partecipazione sta interessando le nuove generazioni e, anche se ovviamente c’è ancora molto da fare, la strada da percorrere è stata tracciata. La «grande bellezza» bisogna giocarsela. E bene. La Pinacoteca, il Mo.Ca, la Crocera di San Luca ed il Teatro Grande disegnano un nuovo itinerario, a sud della città, fatto di storia e di innovazione, di grandi tradizioni e sperimentazioni che vanno percorse investendovi energie e risorse.