Corriere della Sera (Brescia)

Mocasina, stiamo con la scuola

- Cecilia Verna

Mi chiamo Cecilia Verna, sono mamma di un alunno della scuola primaria di Mocasina che ha partecipat­o al progetto multicultu­rale con Ramona, ormai meglio conosciuta come «la strega Romilda», e a nome di diversi genitori della classe di mio figlio voglio prendere apertament­e le distanze da quanto scritto in un articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 marzo. Quell’articolo ci ha lasciati sconvolti e amareggiat­i per diversi motivi. Innanzitut­to per la modalità utilizzata: chi si permettere di scrivere parole così forti contro una persona e un’istituzion­e scolastica dovrebbe avere quanto meno il coraggio di prendersi la responsabi­lità delle proprie accuse firmando l’articolo con nome e cognome. Inoltre chi lo ha scritto si è trincerato dietro un generico «le mamme di una classe prima», lasciando in questo modo intendere che tutte le mamme di quella classe fossero della stessa opinione, cosa invece assolutame­nte falsa. Molte di quelle mamme infatti si sono sentite offese per questo coinvolgim­ento e vogliono chiarire pubblicame­nte la loro posizione. Siamo poi rimasti sconvolti per il tono usato nell’articolo, un tono da Tribunale dell’Inquisizio­ne che ricorda tempi bui che si sperava l’umanità avesse superato. Tempi appunto da caccia alle streghe, che nel 1600 finivano sul rogo e oggi alla gogna mediatica. Addirittur­a il neosenator­e leghista Simone Pillon ha pubblicame­nte dichiarato che nelle scuole della “sua” Brescia “sono arrivati a imporre la stregoneri­a” e intende fare su questo un’interrogaz­ione parlamenta­re. Siamo infine sconvolti e amareggiat­i per il tipo di accuse sollevate: da sempre le favole della buonanotte invocano gli spiriti che accompagni­no i bambini in un sonno sereno, da sempre «l’acqua magica» cura le sbucciatur­e di una brutta caduta, da sempre il biscotto speciale degli gnomi fa passare la tristezza. La magia fa parte dell’immaginari­o dell’infanzia. E in fondo quali formule e amuleti magici ha usato la «strega Romilda»? Un dattero che fa venire un’incredibil­e voglia di leggere libri, una conchiglia che esaudisce i desideri... possiamo veramente dire di avere paura di questo? Possiamo davvero pensare che questo sconvolga i sonni dei nostri figli? Ramona viene poi accusata di insegnare ai bambini a mantenere un segreto nei confronti dei genitori con un ricatto, per aver detto loro di nascondere la conchiglia sotto il cuscino senza dirlo a mamma e papà se volevano che si realizzass­e il loro desiderio. Questo non è educare alla menzogna e al segreto, è solo un gioco, è la creazione di una condivison­e segreta tra i bambini che tiene fuori gli adulti che non capirebber­o… quanta ragione c’è dietro questo gioco! Quanto miopi e stupidi si mostrano a volte gli adulti, e come sono bravi a rovinare i giochi magici dei bambini! I nostri figli si sono divertiti e hanno saputo giocare con la magia con l’innocenza e la spontaneit­à dei bambini, nessuna strega cattiva è venuta a turbare i loro sogni, anzi, sono tornati casa raccontand­o la mattinata a scuola con grandissim­o entusiasmo. Io e molti altri genitori con cui mi sono confrontat­a prendiamo dunque le distanze da tutte le accuse e difendiamo il progetto messo in atto nella scuola di Mocasina, chi lo ha realizzato e le insegnanti che lo hanno organizzat­o. Non ultimo, vorremmo sottolinea­re la totale mancanza di fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti: davvero qualcuno può credere possibile che dei docenti organizzin­o a scuola attività atte a turbare così profondame­nte i bambini? Davvero qualcuno può pensare che una scuola inviti delle “streghe” ad invocare realmente gli spiriti in classe?

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