C’era una volta la fabbrica
«Qui si respira un’atmosfera antica Il quartiere ha saputo rinnovarsi senza tradire le bellezze originarie»
Una zona di Milano atipica, in cui natura e costruito si fondono a ogni passo, dove lo scorrere lento dell’acqua sembra imprimere a ogni attività un ritmo più cadenzato, in cui la storia passata è legata a filo doppio alle attività di oggi, innovative e all’avanguardia. Siamo a sud-ovest di Milano, lungo il Naviglio Grande, in quell’area compresa simbolicamente tra due ponti di ferro, quello della ferrovia all’altezza di viale Cassala e quello mobile di fronte all’ex stabilimento della Richard Ginori. L’associazione territoriale Around Richard riunisce persone che vivono e lavorano nella zona, commercianti, artigiani e creativi, oltre ad associazioni culturali, artistiche e sportive. Insomma tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno qui un pezzo di cuore. «Tra queste strade si respira un’atmosfera antica e familiare, quasi da paese, nonostante la vicinanza al centro, e pare che tutti si conoscano mentre la frenesia tipica milanese sembra non esistere», racconta Nicoletta Cicalò, vicepresidente di Around Richard e titolare di MeltingPoet laboratorio-vetrina dove crea i suoi «bijoux narrativi». «Valorizzare l’area, fare rete, indicare obiettivi comuni, attivare sinergie, sono questi gli obiettivi che ci siamo posti». Qui convive un mix eccezionale come spiega uno dei consiglieri Antonio Schiavano fotografo e fondatore di 10 Watt: «Si mescolano tradizione e innovazione, natura e modernità, buon vivere e dinamismo. È un’area riservata ma culturalmente fertile ed economicamente concreta, come nel più puro stile milanese. Ora vogliamo valorizzare tutto questo e connettere le tante energie presenti».
L’area è ricca di elementi iconici: gli ex stabilimenti della Richard Ginori in via Morimondo oggi sede di showroom e loft dove fioriscono professioni creative, la chiesetta di San Cristoforo che in epoca medioevale dava il benvenuto ai sovrani stranieri prima del loro ingresso entro le mura, le tre società di canottaggio con il loro indotto di attività ricreative e sportive, le innovative location delle vie Watt, Lombardini e Pestalozzi occupate da marchi di tendenza, il Giardino Nascosto di via Brugnatelli riqualificato dal Comitato Ponti. Ma la cosa che più affascina è proprio la grande capacità dell’area di trasformarsi nel tempo: vecchie cascine hanno ospitato negli anni Settanta pittori bohemién e oggi accolgono tatuatori hipster, mentre fabbriche dei primi del Novecento sono riconvertite in spazi affascinanti sedi di brand di moda e agenzie di comunicazione. Il tessuto minuto che collega tutto questo si compone di bar, bistrot e ristoranti (come lo stellato Lume in via Watt 37, il sostenibile VersoVerde, la romantica Osteria del Sognatore). E poi negozi, botteghe e laboratori artigiani per tutti i gusti e tutte le tasche. Infine ancora una volta una serie di ponti — sette in totale — che collegano la «rive gauche» del Naviglio, luogo ideale per chi ama correre o pedalare con i suoi 7 km di pista ciclabile, alla «rive droite» cioè Lodovico il Moro, dorsale pulsante di vita cittadina.