Civile, il nuovo corso di Cardiochirurgia
Operativa la fusione con la sezione universitaria. Nel 2017 migliora ancora l’affidabilità
La riorganizzazione è scattata il 29 dicembre scorso e non è stato un passo semplice, visto il vento che soffia nell’intero dipartimento, quello «Cardiotoracico» dell’Ospedale Civile, tra lettere anonime, denunce, inchieste giudiziarie, commissioni di inchiesta interne tra i reparti di cardiologia e cardiochirurgica universitaria. E la riorganizzazione parte proprio da qui, un particolare non secondario visto che il suo primario, il professor Claudio Muneretto è chiamato davanti al giudice con l’accusa di omicidio volontario per la morte di un paziente. Muneretto da dicembre si è autosospeso per poter meglio difendersi e la sua unità operativa è stata soppressa come prevedeva il piano aziendale strategico. In economia si direbbe fusione per incorporazione, nell’arido vocabolario del servizio sanitario regionale da “struttura semplice dipartimentale” a struttura semplice di “ricerca clinica e innovazione tecnologica in cardiochirurgia” (senza la quale l’Università perderebbe l’accreditamento della scuola di specializzazione) all’interno dell’unità operativa di Cardiochirurgia ospedaliera. È un po’ la «vittoria» (chiamiamola così) dell’Ospedale sull’Università in un confronto che in questi anni non è mai stato foriero di grandi sinergie, forse perché è difficile far dialogare due visioni del mondo diverse, due scuole cardiochirurgiche agli antipodi con la struttura ospedaliera vissuta nel solco di un grande maestro come Ottavio Alfieri (il cardiochirurgo agli onori delle cronache per aver operato Silvio Berlusconi) che nel ‘96, dopo dieci anni di primariato, lasciò Brescia per il San Raffaele messo all’angolo da uno dei tanti giochi di potere che, negli anni, hanno contrapposto Ospedale all’Università in un confronto non sempre produttivo visto che per decenni non si è riusciti a fare un concorso per il primariato e quello che aveva visto primo classificato il professor Muneretto è stato sospeso dalla direzione generale, ammettendo così implicitamente tutte le criticità del sistema. Ora i vertici dell’Ospedale ci riprovano con il concorso, sperando in migliori fortune. Intanto però la Cardiochirurgia ospedaliera ha macinato numeri da eccellenza e ottenuto risultati da prima della classe: nel 2017 gli interventi sono stati 432 (in linea con quelli dell’anno precedente, 435) con una mortalità per Bypass Aorto-coronarico passata dallo 0,6% del 2016 allo 0,38% del 2017. Dati che portano il Civile fra i primissimi ospedali italiani per qualità e affidabilità delle prestazioni. E non è un caso che i pazienti provenienti da fuori provincia siano il 21% del totale, quelli che arrivano addirittura da fuori regione il 13%.
Percentuali sulle quali si misura il polso dell’affidabilità del reparto e l’appeal sui pazienti. A reggere la struttura, dal 2011 quando attraverso un concorso interno fu nominato primario facente funzione, è il dottor Giuseppe Coletti, umbro, 62 anni compiuti a settembre, esperienze in Olanda, Belgio e a Cambridge. Cardiochirurgo della scuola Alfieri, ama ricordare come l’approccio al paziente sia sempre all’insegna della collegialità e dell’interdisciplinarietà con un confronto tra cardiologi, cardiochirurghi e anestesisti. Un modus operandi che avrebbe contribuito non poco a dare i risultati di eccellenza confermati negli anni. Ora il nuovo corso con la presa in carico della cardiochirurgia universitaria e la prospettiva di un nuovo concorso per dare ulteriore stabilità al sistema. Con un primario che avrà un compito non facile: migliorare ancora le performance.