Corriere della Sera (Brescia)

Minozzi al top: così grazie al Calvisano

La stella del padovano ha brillato al Sei Nazioni, dove è stato autore di quattro mete «Senza l’esperienza vissuta alla Patarò non sarei mai diventato quello che sono oggi»

- Luciano Zanardini

Calvisano è il suo passato ma in un certo senso anche il suo presente. Nel Sei Nazioni a luci e ombre, più ombre che luci, della nazionale italiana di rugby brilla la stella di Matteo Minozzi: il numero quindici padovano, autore di quattro mete, è stato inserito tra i migliori cinque giocatori del Torneo (le votazioni per il titolo di Mvp si chiudevano alla mezzanotte di ieri). «Non posso non essere soddisfatt­o – dichiara al telefono –. Ero alla prima vera esperienza internazio­nale. Diciamo che per me è stato anche un termometro per capire se ero all’altezza. Ho cercato sempliceme­nte di affrontare ogni gara con lo spirito giusto, senza pressione e provando a divertirmi».

È evidente, però, che l’Italia della palla ovale non convinca ancora… «Beh, basta vedere i risultati (cinque gare e cinque ko, nda). Nelle prime tre uscite siamo stati in partita fino al 60° minuto, con la Scozia siamo stati autori di una buona prestazion­e: abbiamo giocato alla pari, mostrando a tratti anche il bel gioco. Siamo sulla strada giusta, dobbiamo lavorare in questa direzione. Poi con le nazioni più forti i dettagli fanno ancora la differenza».

L’estremo azzurro del 1996, cresciuto nel Valsugana, ha debuttato tra i profession­isti con il Calvisano dove lo scorso anno si è laureato campione d’Italia. Oggi milita con le Zebre nel Pro14.

«Ci aspettavam­o qualcosa di più, ma la macchina non è ancora rodata. Sicurament­e l’anno prossimo faremo meglio». Nelle due stagioni nel Bresciano ha stretto molte amicizie e ha trovato anche l’amore (la fidanzata Francesca). A livello sportivo è stato determinan­te, soprattutt­o nella seconda parte della stagione quando ha trascinato i gialloneri a vincere il sesto scudetto del campionato di Eccellenza. «Senza questa esperienza non sarei mai diventato quello che sono oggi. L’ho sempre detto e non mi stancherò mai di ripeterlo – afferma –. Ho trovato un allenatore e una società ideali che mi hanno permesso di maturare le mie conoscenze e di sviluppare un certo tipo di gioco congeniale alle mie caratteris­tiche».

Seppur da lontano, segue le vicende del Patarò che, rispetto alla straordina­ria cavalcata del 2017, ha già conseguito tre sconfitte (contro l’unica della passata annata) e insegue a un punto Rovigo. «Hanno tutte le carte in regola – precisa – per continuare a vincere. Spero che lo facciano, anche se ci sono altre squadre importanti. Nella rosa di Calvisano ci sono, comunque, degli interpreti forti che se si rimettono in strada tutto diventa più facile…».

E sabato, dopo la sconfitta contro San Donà, al Pata Stadium alle 15 arriva propria la capolista in una riedizione della finale scudetto del 27 maggio decisa dalle magie di Matteo (man of the match). Questa volta in palio c’è la prima posizione. Le partite contro i Bersaglier­i – e Minozzi lo sa bene – non sono mai banali.

 Il pronostico La mia ex squadra ha davvero tutte le carte in regola per continuare a vincere

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A meta Minozzi, ex del Calvisano rugby, in azione contro la Francia al Sei Nazioni

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