La Grande notte del jazz
Una notte bianca fortemente virata in blue da quelle note che si vogliono proprie di questa musica. Ritorna al Teatro Grande la Grande Notte del Jazz, con la sua maratona musicale che sabato sette aprile occuperà — mattina, pomeriggio, sera e notte — tutti gli spazi, possibili e impossibili, del principale teatro cittadino. Un evento all-in-one che conduce i fedeli appassionati, ma anche i più semplici curiosi, in un percorso lontano dai soliti schemi delle rassegne jazzistiche, ed è al tempo stesso occasione più unica che rara di godere il Teatro Grande anche nei suoi spazi meno frequentati, o per osservare quelli più consueti da un differente, e spesso rivelatore, punto di vista. Non cambia il palinsesto di questa seconda edizione, dopo il sold-out della prima, ma aggiusta il tiro negli orari, per consentire ai meno nottambuli di andare a letto un po’ prima. Ma niente paura, per i tiratardi più incalliti è prevista una extra jam sulla quale calerà il sipario non prima delle due di notte. Vellicare la curiosità del pubblico continua ad essere il leit-motiv della rassegna, alla ricerca delle proposte più interessanti del panorama italiano ed europeo nell’ambito dell’improvvisazione in musica, ma senza alcuna caccia alla star di turno — malgrado il cartellone conti più di un nome ben conosciuto — e con una particolare attenzione alla rappresentanza femminile. Curiosità che anche quest’anno si articola lungo i tre percorsi tematici denominati Air, Ground e Fire e nella scelta di tre carnet d’ingresso di colore blu, verde e rosso (30 euro, ridotti 20). Il riferimento ai tre elementi fondamentali — aria, terra e fuoco — è tuttavia finalizzato a stimolare semplici suggestioni, anziché inquadrare rigide scelte artistiche. Che, viceversa, nelle intenzioni di Luigi Radassao ed Emanuele Maniscalco, curatori del cartellone, proprio con la voluta assenza di riferimenti a nomi troppo noti o a generi codificati vogliono incalzare l’interesse del pubblico, lasciato libero di muoversi tra stili e pratiche musicali, così come di circolare tra Sala Grande, Ridotto, Salone delle scenografie e Palcoscenico Borsoni. Più introspettivo è il percorso Air, con i duo trombone pianoforte di Filippo Vignato e Enzo Carniel e chitarra-pianoforte di Roberto Pianca e Glenn Zaleski, conclusi dal trio Speak Low della cantante Lucia Cadotsch. Più vicino a riferimenti noti il percorso Ground, con il quintetto Clock’s Pointer Dance, il duo chitarra-contrabbasso di Eleonora Strino e Greg Cohen e il trio di Simona Severini, Daniele Richiedei e Giulio Corini. Più energetico il percorso Fire, con la danese Horse Orchestra, il piano solitario di Eve Risser e l’Ox Trio di Oscar Del Barba. Per tutti l’apertura è alle 19 con il trio di Fulvio Sigurtà, Federico Casagrande e Paolino Dalla Porta, ma la giornata inizierà già al mattino con la prova, aperta alle scuole, della Horse Orchestra, e proseguirà nel pomeriggio con il Pulsar Ensemble, quintetto di percussioni ed elettronica in corso Zanardelli.