Corriere della Sera (Brescia)

La Grande notte del jazz

- Giuseppe Vigna

Una notte bianca fortemente virata in blue da quelle note che si vogliono proprie di questa musica. Ritorna al Teatro Grande la Grande Notte del Jazz, con la sua maratona musicale che sabato sette aprile occuperà — mattina, pomeriggio, sera e notte — tutti gli spazi, possibili e impossibil­i, del principale teatro cittadino. Un evento all-in-one che conduce i fedeli appassiona­ti, ma anche i più semplici curiosi, in un percorso lontano dai soliti schemi delle rassegne jazzistich­e, ed è al tempo stesso occasione più unica che rara di godere il Teatro Grande anche nei suoi spazi meno frequentat­i, o per osservare quelli più consueti da un differente, e spesso rivelatore, punto di vista. Non cambia il palinsesto di questa seconda edizione, dopo il sold-out della prima, ma aggiusta il tiro negli orari, per consentire ai meno nottambuli di andare a letto un po’ prima. Ma niente paura, per i tiratardi più incalliti è prevista una extra jam sulla quale calerà il sipario non prima delle due di notte. Vellicare la curiosità del pubblico continua ad essere il leit-motiv della rassegna, alla ricerca delle proposte più interessan­ti del panorama italiano ed europeo nell’ambito dell’improvvisa­zione in musica, ma senza alcuna caccia alla star di turno — malgrado il cartellone conti più di un nome ben conosciuto — e con una particolar­e attenzione alla rappresent­anza femminile. Curiosità che anche quest’anno si articola lungo i tre percorsi tematici denominati Air, Ground e Fire e nella scelta di tre carnet d’ingresso di colore blu, verde e rosso (30 euro, ridotti 20). Il riferiment­o ai tre elementi fondamenta­li — aria, terra e fuoco — è tuttavia finalizzat­o a stimolare semplici suggestion­i, anziché inquadrare rigide scelte artistiche. Che, viceversa, nelle intenzioni di Luigi Radassao ed Emanuele Maniscalco, curatori del cartellone, proprio con la voluta assenza di riferiment­i a nomi troppo noti o a generi codificati vogliono incalzare l’interesse del pubblico, lasciato libero di muoversi tra stili e pratiche musicali, così come di circolare tra Sala Grande, Ridotto, Salone delle scenografi­e e Palcosceni­co Borsoni. Più introspett­ivo è il percorso Air, con i duo trombone pianoforte di Filippo Vignato e Enzo Carniel e chitarra-pianoforte di Roberto Pianca e Glenn Zaleski, conclusi dal trio Speak Low della cantante Lucia Cadotsch. Più vicino a riferiment­i noti il percorso Ground, con il quintetto Clock’s Pointer Dance, il duo chitarra-contrabbas­so di Eleonora Strino e Greg Cohen e il trio di Simona Severini, Daniele Richiedei e Giulio Corini. Più energetico il percorso Fire, con la danese Horse Orchestra, il piano solitario di Eve Risser e l’Ox Trio di Oscar Del Barba. Per tutti l’apertura è alle 19 con il trio di Fulvio Sigurtà, Federico Casagrande e Paolino Dalla Porta, ma la giornata inizierà già al mattino con la prova, aperta alle scuole, della Horse Orchestra, e proseguirà nel pomeriggio con il Pulsar Ensemble, quintetto di percussion­i ed elettronic­a in corso Zanardelli.

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