Alle imprese piace fare rete
In un anno i contratti aumentati del 12%. Quasi raddoppiate le realtà agricole
Sono per lo più «micro», ma in continua crescita. Piacciono agli imprenditori bresciani le reti d’impresa, tanto che i contratti sono cresciuti del 12 per cento. Le aziende più propense a collaborare sono le cooperative, ma le più coinvolte, in termini di numeri, sono le società di capitale: l’anno scorso la Camera di Commercio di Brescia ne ha contate 300, due terzi del totale. Più 87% di realtà agricole.
L’indipendenza è nel Dna dell’imprenditore, storicamente diffidente verso i contratti di rete. Ma la collaborazione tra aziende non si traduce in una perdita di autonomia e specialità. Piuttosto, funziona come un’opportunità per raggiungere alcuni obiettivi e lavorare a progetti condivisi, facendo leva sulle maggiori risorse che una collaborazione tra imprese permette. Sarà anche per questo motivo che i «contratti di rete» continuano a crescere, nel bresciano. All’inizio di gennaio, infatti, il modello di collaborazione in rete tra imprese ha fatto registrare 192 adesioni, coinvolgendo 469 aziende bresciane. Il dato, che emerge da un’elaborazione del Servizio studi della Camera di Commercio su numeri di Infocamere, mette in luce l’interesse crescente che i contratti di rete stanno riscuotendo.
Nel 2017 i contratti di questo tipo, sempre nel bresciano, sono cresciuti dell’11,9% e le aziende che hanno unito le forze sono aumentate del 12%. Quelle più propense a collaborare sono le cooperative — 57 ogni mille registrate — mentre le imprese più coinvolte, a livello numerico, sono le società di capitale: l’anno scorso la Camera di Commercio di Brescia ne ha contate 300, ossia due terzi di tutte le 469 aziende che hanno stipulato un contratto di rete. Certo, la collaborazione strutturata tra imprese resta ancora una nicchia, se è vero che lavorano «in rete» solo 3,9 aziende ogni mille registrate.
Ma il trend è di netta crescita (+11,9%), anno dopo anno. Ma chi si associa? Industria e attività professionali sono i settori più dinamici nell’utilizzare quest’opportunità. Nello specifico del manifatturiero, i progetti di aggregazione interessano soprattutto chi realizza «prodotti in metallo». Sul fronte dei professionisti, invece, i contratti di rete vengono scelti più che altro da chi si occupa di direzione aziendale e consulenza gestionale. Cresce la «rete» del mondo agricolo: si contano 43 aziende del settore, in netto aumento rispetto al 2016 (+87%). Forse anche per la difficile congiuntura, il mondo agricolo vede nei «contratti di rete» un’opportunità per progetti che, a livello individuale, non tutti potrebbero sostenere. Ma su questo fronte chi spinge di più sono le società di capitale: il 64% di chi ha un contratto di rete possiede questa forma giuridica, men- tre le imprese individuali sono minoritarie (9%). La rete — intesa come scambio di informazioni e prestazioni o attività che più aziende svolgono in comune — è comunque una «micro» rete. Tanto che nel 60% dei casi il contratto è stipulato da meno di quattro imprese. Minoritarie, ma in crescita (+21%), le collaborazioni firmate tra più di dieci imprese: valgono il 12% del totale. Ma sono destinate ad aumentare.
I settori Industria (manifattura) e attività professionali i più dinamici e pronti a mettersi in relazione