Corriere della Sera (Brescia)

Fai, le scoperte

Il museo Sorlini a Calvagese è tra i principali gioielli ma tra domani e domenica aprono al pubblico 47 tesori

- Lilina Golia

Una chiave ormai consumata dai secoli che si infila in una serratura fatta scattare in passato anche da mani nobili. Un vecchio portone di legno che si spalanca su atmosfere che catturano gli occhi e la fantasia dei visitatori immersi nel tempo che fu. Anche quest’anno sarà il Fondo Ambiente Italiano a condurre, domani e domenica, gli appassiona­ti di storia, arte e cultura alla scoperta di alcuni dei luoghi-tesoro distribuit­i tra Brescia e provincia (Breno, Calvagese della Riviera, Lodrino e Invico, Lograto e Navate, Puegnago del Garda e Provaglio d’Iseo).

Il fermento è sulla riapertura di palazzo Tosio in città, conosciuto come la dimora museo del conte-collezioni­sta Paolo Tosio, restaurato nell’ottocento, l’ultima volta dall’architetto Rodolfo Vantini. Palazzo Tosio, più recentemen­te sede dell’Ateneo di Scienze, lettere e Arti, tornato a nuova vita, è stato indicato dal Fai nazionale tra i luoghi di pregio da visitare in Italia, insieme al Martes, museo d’arte Sorlini di Calvagese. Intrecci di scalinate tra rampe marmoree imponenti e soluzioni architetto­niche che giocano con gli scorci della città tra le siepi o sui giardini antichi. Piani nobili e sale da ballo, passaggi segreti e sontuose camere da letto affrescate.

Sono 47 i beni che si apriranno nel bresciano per le Giornate di Primavera del Fai. Ci sono esempi mirabili di architettu­ra residenzia­le del 1700 come Palazzo Uggeri in via Pace, o dimore che hanno preso vita dai resti di domus o antichi stabilimen­ti termali di epoca romana, come palazzo Martinengo dell’Aquilone ( il nome si deve all’imponente aquila lapidea, simbolo della famiglia, posta all’ingresso), oggi sede del liceo Arici, o palazzo Balucanti che ospita, invece, il liceo Arnaldo, che ha mantenuto l’antica struttura imperniata su un corpo centrale e due ali laterali, con la torre di guardia che aveva funzioni anche di colombera. D’interesse risulta il cinquecent­esco palazzo Averoldi, in via Vittorio Emanuele II, decorato con un ciclo di pregevoli affreschi di Girolamo Romanino e Lattanzio Gambara, e che per la prima volta aprirà le porte della sala dell’alcova decorata da Giuseppe Manfredini e, probabilme­nte, da Giuseppe Teosa.

Spostandos­i in via Moretto sarà possibile varcare l’ingresso della palazzina Zammarchi, oggi sede della Fondazione Casa di Dio, con le sue sale in stile rococò e il soffitto ligneo composto da 75 tavolette quattrocen­tesche. E c’è anche una dimora d’artista, più recente, quella di Vittorio Trainini, che restituisc­e tutto il temperamen­to del pittore bresciano, conservand­o fedelmente gli spazi , decorati con i celebri putti, intenti a preparare la polenta o lo spiedo, e gli arredi dai cromatismi vivaci, disegnati e decorati dallo stesso Trainini.

I dettagli di ogni palazzo saranno svelati da 435 apprendist­i ciceroni (soprattutt­o studenti delle superiori) e da 270 volontari schierati dalla delegazion­e Fai di Brescia che propone una serie di eventi a corredo delle visite (www.fondoambie­nte.it). È possibile raggiunger­e i luoghi aperti su due ruote, grazie alla collaboraz­ione degli Amici della bici, seguire le visite usufruendo del linguaggio dei segni e assistere a appuntamen­ti musicali nei palazzi.

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Palazzo Tosio Oggi l’apertura dell’appartamen­to nobile

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