Un esercito rock La compagnia di giovani talenti di Shechter porta in scena tre sue creazioni
Isuoi pagliacci in camicie da corsaro sono in balia di una violenza barbara e caotica, piena di desiderio omicida. Ma tutto lo Show ruota attorno a un gruppo di anarchici, guerrieri della notte che con un saltello coreografato valicano il confine tra danza e teatro.
È un macabro circo quello che Shechter II porta stasera (alle 20.30) al Teatro Grande: la compagnia più giovane del coreografo anglo-israeliano ormai assurto a divinità Hofesh Shechter (in questi giorni in scena alla Scala con Orphée et Euridice) si esibirà in tre atti che già hanno sedotto il pubblico di Reggio Emilia. In questo magma di danza tellurica e colonna sonora pulsante, ogni singolo passo è pervaso dall’audacia di Shechter. Lo Show inizia con l’esercito di Clowns, coreografia disegnata nel 2016 per il Nederlands Dans Theatre. Poi, altre due nuove creazioni, The Entrance e Exit, che sembrano quasi un montaggio dell’inconscio di Hofesh. Storditi dal rock e da una musica prepotente — il coreografo ne è ossessionato, spesso la compone lui — i danzatori, scelti sui parquet delle accademie di tutto il mondo, interpretano movimenti ferini con una fisicità selvaggia, carnale, animale.
Alto, taciturno, inquieto, in fuga da un passato da cui si sentiva stritolato, da ragazzino Shechter ha trovato la pace nelle musiche di Bach e di Peter Gabriel prima di scoprire Pina Bausch e perdersi nei paesaggi sonori dei Sigur Rós. «Sono entrato nel mondo della danza — ha detto — da giovanissimo, vi avevo visto un cancello che rappresentava la via di fuga da una vita della quale non sapevo bene cosa fare e avere ora la possibilità di mostrare quel cancello ad altre persone è una cosa che mi riempie di soddisfazione. Sono stato sopraffatto dall’appetito e dalla competizione a causa dei pochi posti che ero in grado di offrire e ogni anno all’audizione per le selezioni mi sento sempre più ispirato e impressionato dalle incredibili abilità tecniche e dal talento di questi giovani».