Corriere della Sera (Brescia)

«Non chiedo scusa a Milano Dei profughi si occupi Sala»

Il sindaco di Gallarate che ha pagato il treno a 12 migranti: li ho aiutati

- Di Andrea Camurani

VARESE «Resistenza civile all’invasione, questi sono i sindaci della Lega!». Non ha dubbi Matteo Salvini circa l’operato del sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che martedì ha sborsato di tasca propria 90 euro per pagare il treno a 12 richiedent­i asilo che volevano raggiunger­e Milano. Originari del Gambia ed esclusi dai programmi di protezione internazio­nale per una rissa di qualche mese fa, gli stranieri sono ora liberi di muoversi. Ma sono senza soldi e privi di un posto dove dormire. Il segretario della Lega affida a Facebook il suo commento che getta benzina sul fuoco del già arroventat­o clima attorno al tema dell’immigrazio­ne, con scambi di battute a distanza fra gli amministra­tori di Milano e lo stesso sindaco di Gallarate, che a Salvini scrive: «Grazie Matteo, a Gallarate noi resistiamo. A te il compito affidato dagli italiani il 4 marzo di liberare tutto il Paese».

Cassani si è reso conto di cos’ha scatenato? Il sindaco di Milano parla di «provocazio­ne» sulla pelle dei migranti.

«Non è così. Questa vicenda è montata sui media e non essendomi sentito con Sala, qualcuno deve averlo informato male. I profughi sarebbero arrivati a Milano lo stesso, probabilme­nte senza pagare il biglietto. Ricordo Sala in prima fila a favore dell’accoglienz­a e ora non può ritenere una provocazio­ne il fatto che una dozzina di stranieri arrivino nella sua città».

I giornali parlano di un gesto da «scafista» e da «sceriffo del West».

«Uno scafista? Quelli sono criminali e si fanno pagare per portare le persone illegalmen­te in Italia. A chi commenta in questo modo, da radical chic, chiederei cosa faccia in concreto per aiutare questa gente. Non ho fatto niente di male, ho dato una mano a chi aveva bisogno». Ha fatto lo scaricabar­ile... «Io mi occupo di Gallarate, non sono il ministro dell’Interno o il presidente del Consiglio, avrebbero dovuto affrontarl­o loro il problema e da tempo. Queste persone se ne sarebbero comunque andate da Gallarate. Il problema è nazionale e qualche governo non di centrosini­stra dovrà ora risolverlo».

Ha però creato un precedente: sarebbe pronto a rifarlo?

«Potrei valutarlo. Ma di certo non posso essere etichettat­o come quello che paga il biglietto del treno».

E se fosse il Comune a dover farsi carico di emergenze di questo genere?

«Non se ne parla, i nostri soldi restano qui e vengono spesi per i gallarates­i».

La Prefettura non le ha tirato le orecchie?

«Li ho sentiti ieri mattina per la faccenda dei boati degli aerei. No, non mi hanno detto nulla, sono al corrente della situazione».

Si sente di chiedere scusa a Milano?

«Mi dispiace per i milanesi, ma non mi sento colpevole di nulla».

Salvini mi ha ringraziat­o, ai radical chic che mi danno dello scafista chiedo cosa fanno per questa gente

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Il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, martedì mattina in stazione con uno dei migranti ai quali ha pagato il treno per Milano (Newpress)
In stazione Il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, martedì mattina in stazione con uno dei migranti ai quali ha pagato il treno per Milano (Newpress)

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