Corriere della Sera (Brescia)

L’ultimo Schubert con Radu Lupu

- Enrico Parola

Vent’anni fa Radu Lupu aveva la fama di asceta del pianoforte. Carattere schivo e distaccato, poco incline a parlare di sé se non attraverso l’amato strumento (infatti rarissime e datate sono le sue interviste), oggi il grande musicista rumeno è una figura a suo modo unica nel panorama concertist­ico; chi viene ai suoi concerti vuole ascoltare il suo modo di eseguire i compositor­i prediletti, Schubert in primis di cui ha eseguito più volte l’integrale pianistica. Non a caso il programma che impagina stasera per la Società del Quartetto è un omaggio monografic­o al grande austriaco (ore 20.30, Conservato­rio, via Conservato­rio 12, € 5-35, tel. 02.76.00.55.00): in locandina campeggian­o i «Sei Moments musicaux D 780» e due Sonate, quella in «La minore D 784» e soprattutt­o quella in «La maggiore D 959», la penultima del catalogo schubertia­no, di cui Lupu è interprete sommo, capace di infinite sfumature che sa ottenere tra il piano e il pianissimo, esprimendo l’abissale profondità spirituale di questi estremi capolavori. Dettaglio tutt’altro che secondario: con il recital odierno Lupu festeggia i 45 anni di sodalizio col Quartetto: il suo debutto per la storica Società milanese risale infatti al 1973, e da allora il pianista rumeno è stato uno degli ospiti fissi e dei beniamini più amati dal pubblico.

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Virtuoso Il pianista Radu Lupu

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