Corriere della Sera (Brescia)

Ricerca, Cina chiama Brescia

Università e Csmt insieme a Ningbo, metropoli emergente, a presentare a una platea mondiale alcuni dei progetti più innovativi made in Brescia

- Massimo Tedeschi

La Leonessa ha affrontato la Tigre, mettendo sul tappeto i suoi progetti da esportazio­ne. Lo ha fatto in un viaggio in cui Università Statale e Csmt sono volate a Ningbo, metropoli emergente della Cina industrial­e, presentand­o le conquiste e le ricerche che più di altre potrebbero meritare uno sviluppo anche in quelle terre lontane. Così i bresciani si sono presentati al primo «Global experts summit» della città da sette milioni di abitanti, sorta sull’estuario del Fiume Azzurro, cercando spunti per sviluppare le proprie intuizioni.

NINGBO (CINA) - Talents. Market. Developmen­t. Enterprise. High quality innovation. Globalisat­ion. Sono i termini più ricorrenti, usati come veri e propri mantra, al primo «Global experts summit» della storia cinese svoltosi a Ningbo, ambizioso e dinamico astro nascente nella galassia delle metropoli asiatiche. Un conglomera­to di quasi sette milioni di abitanti affacciato sull’estuario del Fiume (cosiddetto) Azzurro, che — disponendo del porto più grande del mondo che movimenta oltre un miliardo di tonnellate all’anno — vuole prepotente­mente uscire dal cono d’ombra a cui l’hanno sempre condannata le vicine Houangzou (Canton) e Shangai.

Ligio al verbo dell’imperialis­mo dolce, dell’esportazio­ne della chinese way of life e dell’importazio­ne di cervelli (oltre che di materie prime e di tecnologia) il summit ha offerto uno storytelli­ng rutilante del nuovo corso della civiltà han. Un progetto che nell’arco di vent’anni ha strappato il colosso asiatico da condizioni premoderne (qualche volta medievali) e lo ha dotato di alcuni pilastri industrial­i e finanziari, di un arrembante ceto medio e soprattutt­o di un disegno planetario.

Non a caso il titolo del summit celebrato in una Ningbo disciplina­tissima, in cui la pioggia inclemente ha lavato ogni traccia di smog, era Connecting the belt & road. Sharing global expertise. Dove belt & road sta a indicare la nuova via della seta, ovvero quel ciclopico fascio di infrastrut­ture — autostrade, ferrovie, antenne della telefonia mobile, cablaggi — con cui la potenza cinese sta penetrando nel cuore del continente asiatico e sta abbreviand­o vertiginos­amente le distanze fra le merci di Pechino e l’Europa.

L’evento di Ningbo ha contribuit­o — ammesso che ce ne fosse bisogno — a togliere alla Cina l’immagine di immensa officina di bassa qualità. Industria 4.0, connettivi­tà, sostenibil­ità, innalzamen­to della qualità del lavoro sono slogan ricorrenti in questo gigante che sta facendo shopping dei grandi marchi planetari. Non a caso la Cina è oggi il principale alfiere della globalizza­zione essendo la potenza che ne ha tratto i maggiori vantaggi. Ospite della municipali­tà e del Csmt di Ningbo, al summit globale c’era anche una delegazion­e che ha presentato alcuni innovativi progetti «made in Brescia». Era formata da rappresent­anti dell’Università degli Studi (il rettore Maurizio Tira, i professori suoi delegati Marina Pizzi e Franco Docchio, i professori Emiliano Sisinni e Lorenzo Spadacini), del Csmt (il presidente e ceo Riccardo Trichilo, il responsabi­le marketing Pierfederi­co Cancarini e Paolo Colombi, nonché Matteo Sgrenzarol­i e Mirca Papetti di aziende che col Csmt collaboran­o), di Api (il vicepresid­ente Alessandro Orizio) e di Bcc Cassa Padana (il direttore generale Andrea Lusenti e il direttore commercial­e Gianfranco Rossetti).

Fra protocolli d’intenti confermati e altri di nuova sottoscriz­ione, Brescia s’è confermata interlocut­rice privilegia­ta di questa area cinese.

Il rettore Maurizio Tira fa un bilancio più che positivo del blitz (4 giorni, di cui 2 in viaggio): «Abbiamo sottoscrit­to un accordo con la municipali­tà di Ningbo che accoglierà ogni anno fino a 10 dottorandi o post-doc della nostra Università per missioni di almeno tre mesi. E poi abbiamo finalizzat­o l’accordo già esistente con l’Università di Ningbo: con il rettore WeiLiang Jin abbiamo definito l’accoglienz­a di loro studenti presso la nostra summer school e presso i nostri corsi in inglese delle lauree magistrali. Infine abbiamo deciso di lavorare a una Interna-

tional school in network con altri atenei, da Nottingham a Belfast. La via dei rapporti con la Cina è quella della collaboraz­ione tecnologic­a e culturale, e noi l’abbiamo intrapresa». Identica la valutazion­e di Riccasrdo Trichilo. Il «suo» Csmt ha a Ningbo una realtà gemella con 60 dipendenti e otto spin-off: «L’evento di Ningbo ha dato visibilità al sistema-Brescia. Il mercato cinese è promettent­e e non deve fare paura, la ‘tigre’ va addomestic­ata. Csmt Cina può fare da supporto alle imprese bresciane. Ricerca applicata e trasferime­nto tecnologic­o sono le basi su cui impostare un confronto senza soggezione con la Cina. Noi siamo pronti».

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Summit La delegazion­e bresciana in Cina
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Qui sopra il rettore Maurizio Tira durante un colloquio con docenti cinesi. A destra: Riccardo Trichilo al Global forum
Incontri Qui sopra il rettore Maurizio Tira durante un colloquio con docenti cinesi. A destra: Riccardo Trichilo al Global forum
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