Corriere della Sera (Brescia)

Sindaci camuni e appalti: altri politici indagati

- Di Mara Rodella

Si allarga l’inchiesta relativa ai presunti appalti «pilotati» e assegnati senza rispettare le procedure di gara in Valcamonic­a. Dopo l’arresto dell’ex sindaco di Malonno, nel registro degli indagati sono finiti anche i sindaci di Sonico, Paisco Loveno e Corteno Golgi. Un atto dovuto, a garanzia degli stessi.

Il fascicolo cresce, l’inchiesta si allarga. Perché sotto la lente della procura, su disposizio­ne del pm Ambrogio Cassiani, devono finire tutti gli appalti riconducib­ili alla Centrale unica di committenz­a delle orobie. Che ha sede a Edolo. E che già è finita, nero su bianco, al centro del caso Malonno: il sindaco Stefano Gelmi, ora ai domiciliar­i, è stato arrestato alla fine di febbraio per turbativa degli incanti e corruzione in relazione a tre apparti comunali da un milione di euro che sarebbero stati assegnati irregolarm­ente alle aziende «amiche».

Undici le persone coinvolte, tra imprendito­ri e funzionari pubblici. Che adesso salgono a quattordic­i. Perché nel registro degli indagati sono stati iscritti anche i sindaci di Sonico, Paisco Loveno e Corteno Golgi: rispettiva­mente Gian Battista Pasquini, Bernardo Mascherpa e Martino Luigi Martinotta. Tutti e tre, nelle ultime ore, sono stati convocati e sentiti in procura. Accompagna­ti dai loro avvocati. Un atto dovuto, in realtà, in inchieste come questa, e in questo caso proprio a garanzia degli stessi indagati.

Obiettivo degli inquirenti, passare a setaccio l’assegnazio­ne degli appalti comunali. Che fanno tutti capo alla Centrale unica di committenz­a. E verificare quindi se siano stati aggiudicat­i con regolari bandi di gara svolti da procedura. e non secondo quello che anche il gip, nel caso di Gelmi (che si è poi mostrato collaborat­ivo rispondend­o a tutte le domande) definì un «sistema di cordate delineato» e collaudato. Nel quale a partecipar­e alle gare d’appalto erano «sempre le stesse imprese»: perché «poi io sono abile e sto attento, mi chiamano la segreteria in ufficio del Comune dell’azienda che mi presenta subito la manifestaz­ione d’interesse sono sempre quelle che girano...», diceva l’ex sindaco di Malonno — «regista delle operazioni collusive con gli aggiudicat­ari dei lavori pubblici» — il 17 novembre scorso, una volta saputo delle indagini. Non usava mezzi termini. E non gradiva intralci. «Tu quel lavoro lì non devi neanche guardarlo, tanto qualsiasi cosa fai il lavoro lo faccio io», si fece ben intendere in giugno con chi aveva osato intrufolar­si tra i candidati prescelti.

Ma qualcuno ha denunciato. «Mille euro, li metto in nero e gli faccio spaccare le gambe» la reazione di Gelmi.

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Le indagini L’ex sindaco di Malonno, Stefano Gelmi. Dopo aver disposto la custodia cautelare in carcere e dopo averlo sentito per oltre un’ora il gip gli ha concesso i domiciliar­i. È accusato di turbativa degli incanti e corruzione nella gestione degli...

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