Malattie neurologiche Test e cure bresciane
Oggi in Cina vivono sette milioni di malati colpiti dal morbo di Alzheimer: nel 2030 saranno 13 milioni. Il morbo di Parkinson ha colpito 2,5 milioni di cinesi: saranno 5 milioni fra 12 anni. Di fronte a queste stime hanno suscitato particolare interesse nella platea cinese di Ningbo alcune ricerche bresciane presentate dalla professoressa Marina Pizzi docente di Farmacologia al dipartimento di Medicina molecolare e traslazionale.
Il primo è un marcatore del Parkinson prelevato da cellule del sangue: si tratta della proteina neuro protettiva NF.kappa B.crel un cui deficit dimostra la predisposizione del paziente al morbo, confermata da studi di correlazione.
Non meno significativo lo studio coordinato dal professor Roberto Lucchini della medicina del lavoro, che ha coinvolto anche ingegneri e epidemiologi e ha mobilitato una collaborazione con l’Università Mount Sinai di New York, che ha stabilito — studiando i casi di Brescia e Taranto — una correlazione fra alcune malattie neurologiche (Parkinson, deficit nel neurosviluppo, autismo) e l’inquinamento atmosferico. Presentati in Cina anche lo studio che consente di diagnosticare l’ipertensione a partire dal diametro e dallo spessore delle pareti delle arteriole del fondo oculare, quello che elabora i supporti per le colture di tessuto adiposo bruno il cui trapianto può ridurre l’obesità e il rischio di diabete, o ancora lo studio dell’équipe di odontoiatria del professor Corrado Paganelli che ha elaborato un supporto wireless da applicare alla lingua del paziente colpito da ictus in fase di riabilitazione: misurare la pressione di cui la sua lingua è capace consente di monitorare in maniera oggettiva gli standard di recupero. Può sembrare fantascienza ma è tutta nata a Brescia. E ha interessato — molto — il pubblico cinese.