Avis, donatori in lieve calo ma il 66% sono under 35
La certificazione e la tracciabilità di ogni sacca di sangue. La sempre più rigorosa selezione dei donatori. La riorganizzazione delle unità di raccolta. Il bilancio dell’Avis provinciale, presentato in sede, si compone di dati e iniziative la cui disamina parte dal numero degli associati: 34.714. «C’è stata una flessione nel 2017, si sono contate 190 unità in meno — spiega il presidente Gabriele Paglierini — ma il dato va analizzato. Nel 2016 con le necessità dettate dal terremoto, c’era stata un’impennata di donazioni (e donatori) e l’anno dopo il numero si è riportato in linea con il 2015 (34.757), ma con un trend positivo rispetto agli anni precedenti (nel 2013 erano 34.372)». Nel bilancio si contano anche gli associati «sospesi», le cui donazioni vengono interrotte per questioni di sicurezza. «La sospensione è prevista per chi è di ritorno da paesi a rischio, ma anche per quanti, soprattutto ragazzi, decidono di farsi un tatuaggio o un piercing. Arriviamo anche a 6 mesi di fermo proprio perché abbiamo cambiato i criteri di selezione, rendendoli più rigidi per la tutela di donatori e riceventi». Ma il bilancio evidenzia anche l’impegno dei più giovani. «Il 66% dei donatori ha meno di 35 anni e il 35% non arriva ai 25». Nel 2017 si sono contate 61.756 donazioni, tra sangue intero, piastrinoaferesi, plasmaferesi e multicomponent, in netto calo rispetto agli anni precedenti (65.565 nel 2013). «Ma già questi primi mesi del 2018 stanno segnando un recupero». E mentre proseguono le campagne informative, anche nelle scuole, a pieno ritmo lavorano le 16 unità di raccolta (68 infermieri professionali, 25 medici, 32 addetti alla segreteria e 12 autisti) rinnovate nelle strutture e nelle strumentazioni per il progetto di tracciabilità del sangue. «Il personale ha seguito appositi corsi di formazione. Ogni sacca sarà dotata di un’etichetta elettronica dalla quale leggere tutti i dati di provenienza». E in questa filosofia, per completare la filiera della solidarietà, e dare testimonianza di «dove arriva il sangue», ha portato la sua testimonianza Marta Viola che, anche attraverso le donazioni, è riuscita a superare la leucemia. (l.g.)
Il caso
Piercing e tatuaggi ora rappresentano le maggiori cause di sospensione