Ong bresciane: così gli aiutiamo «a casa loro»
Carosi (Medicus Mundi): «Assistenza di qualità anche nelle aree decentrate»
Le ong bresciane Medicus Mundi, Scaip e Svi hanno ben presente il significato del termine «aiutiamoli a casa loro», ed è per questo che hanno presentato ieri un progetto da 2,2 milioni di euro per una serie di interventi in Mozambico per l’educazione alla salute e il miglioramento delle tecniche agricole.
«Aiutarli a casa loro» è uno slogan usato in maniera spesso strumentale dal mondo politico. Ma questo discorso non vale certo per la cooperazione bresciana, che da anni si batte per progetti di sviluppo che non siano sinonimo di carità, ma risposte mirate a esigenze concrete. La malnutrizione infantile e l’Hiv da una parte, la valorizzazione dei prodotti locali e la formazione dei contadini del Mozambico a nuove tecniche agronomiche dall’altra. È all’interno di questa doppia «sfida» che si inseriscono i due progetti presentati ieri nella sale del Mo.Ca. dalle ong bresciane Medicus Mundi, Scaip e Svi.
Sul piatto ci sono più di due milioni di euro, finanziati in grande parte dal ministero degli Affari esteri, ma sostenuti, tra gli altri, dalla Clinica di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Brescia, dal Trinity College di Dublino e dal Comune di Brescia. Per capire, però, bisogna partire da un dato della provincia di Inhambane ( Mozambico), dove operano i cooperanti: il 91% della popolazione vive di un’agricoltura di sussistenza e la copertura dei servizi sanitari risulta « inadeguata » . È chiaro quindi che la battaglia si vince prima di tutto combattendo la malnutrizione e realizzando pozzi, alimentati da pannelli solari: scarse calorie e acqua infetta determinano una lenta strage tra i più piccoli. Ma il progetto «CAREvolution» è più ambizioso. L’obiettivo, come ha spiegato Massimo Chiappa (Medicus Mundi), è anche migliorare l’aderenza dei pazienti Hiv positivi al trattamento antiretrovirale. Il che significa fornire i medicinali «direttamente nelle comunità rurali», con operatori sanitari specializzati. Una sperimentazione unica in Mozambico, nazione che beneficerà ancora dell’attività delle «Brigadas Moveis», le équipe mobili chiamate a diffondere il verbo della prevenzione nelle campagne della provincia di Inhambane. Ma questi servizi di «salute comunitaria » – compresa la preziosa attività sul fronte della salute materno-infantile – saranno anche oggetto di un’analisi economico-sanitaria del loro impatto: una validazione scientifica che dimostra la professionalità del lavoro svolto dalla cooperazione in Africa. « Vogliamo assicurare un’assistenza di qualità anche nelle aree decentrate. E questo si può fare solo coinvolgendo la popolazione. «L’obiettivo – ha detto il presidente di Medicus Mundi Giampiero Carosi – è che i processi poi camminino con le loro gambe». Se «CAREvolution» parte il primo giugno, un mese prima inizia il lavoro di «Fruitful Cooperation». L’obiettivo è coinvolgere sempre più agricoltori in un progetto che valorizza la frutta locale attraverso l’essicazione e, quindi, la commercializzazione. In questo modo il sistema delle ong riconosce un prezzo «equo e giusto» a chi prima invece svendeva ananas, mango e cocco, dato che non si riusciva a trasformarlo. Ma c’è anche bisogno che i contadini imparino tecniche innovative per aumentare le rese e combattere gli infestanti di piante-regina come l’anacardo. «Questo è un progetto di inclusione economica – spiega la responsabile Grethel Gianotti – e coinvolgerà anche molte donne».
L’importo La doppia iniziativa «per aiutarli a casa loro» vale due milioni e duecento mila euro