Corriere della Sera (Brescia)

Tram, si studia la fattibilit­à con Ferrovie

Accordo tra Brescia Mobilità e Ferrovie. A caccia di finanziame­nti a fondo perduto

- Di Matteo Trebeschi

Nel futuro di Brescia, con cantieri forse già nel 2020, il Comune progetta due tramvie. Il progetto diventa sempre più concreto. Ieri è stato siglato l’accordo tra Brescia Mobilità e Ferrovie dello Stato, le due società pubbliche, chiamate a realizzare uno studio di fattibilit­à sia tecnica sia economico-finanziari­a.

Il trasporto pubblico corre sempre più su ferro. Nel futuro di Brescia, con cantieri forse già nel 2020, il Comune progetta due tramvie che dovrebbero rispondere alla domanda di traffico nelle aree non coperte dalla metropolit­ana: una linea (T2) che colleghi l’Oltremella alla Fiera passando per via Volturno, San Faustino, via Corsica e via Orzinuovi; l’altra linea (T3) che parta da via Vallecamon­ica e tagli la città in senso ovest-est raggiungen­do viale Bornata.

Il progetto diventa sempre più concreto. E i pezzi di questo «puzzle» saranno assemblati grazie a un lavoro congiunto tra Brescia Mobilità e i tecnici di Ferrovie dello Stato: ieri, infatti, è stato siglato l’accordo di partnershi­p tra le due società pubbliche, chiamate a realizzare uno studio di fattibilit­à sia tecnica sia economico-finanziari­a delle due tramvie. Il percorso, i materiali da utilizzare, l’importo dei lavori, il costo di esercizio, il numero di passeggeri, gli oneri finanziari: ogni elemento verrà passato ai raggi “x” dal gruppo di lavoro congiunto che inizierà a incontrars­i dopo Pasqua.

L’obiettivo è far sì che almeno la metà delle risorse siano coperte con finanziame­nti a fondo perduto. Per ottenerle, però, non c’è tempo da perdere: «Il progetto andrà sottoposto al Cipe entro fine anno» ha detto ieri Carlo Scarpa, presidente di Brescia Mobilità. E visto che le risorse a fondo perduto sono legate alla legge di stabilità, l’amministra­zione comunale dovrà inviare al ministero delle Infrastrut­ture la richiesta per accedere ai fondi destinati a tramvie e metropolit­ane. «A differenza di altre città – ha detto ieri l’amministra­tore delegato di Fs Renato Mazzoncini – qui a Brescia si erano già mossi, non ho dovuto mandare alcuna lettera» per sollecitar­e progetti di infrastrut­turazione su ferro all’interno delle grandi aree urbane. Il piano industrial­e di Ferrovie mette infatti «al centro le città», con le loro aree metropolit­ane. Ed è proprio per «recuperare il gap nei confronti di tante altre città europee» che Ferrovie ha stanziato 2,3 miliardi: serviranno a sostenere diversi project financing, compreso quello di Brescia. La nostra città, tra le poche ad aver già approvato un Piano urbano della Mobilità sostenibil­e (Pums), potrebbe essere tra le prime a depositare il progetto.

«E questo – ha aggiunto Mazzoncini – è un segno di credibilit­à». Consapevol­e dell’«impatto finanziari­o» che la metropolit­ana ha avuto sui bilanci del Comune, il sindaco di Brescia ha ricordato i tre capisaldi del progetto delle tramvie: realizzabi­lità, sostenibil­ità, vivibilità.

«Questo è un piano tecnicamen­te realizzabi­le, non siamo venditori di fumo» ha detto ieri Emilio Del Bono. Secondo, «non si può certo replicare ciò che è successo con la metropolit­ana: i tassi al 5,2% non sono sostenibil­i». E in questo senso la leva finanziari­a di Ferrovie potrebbe aiutare. Terzo, grazie alle due tramvie si realizza una maggiore integrazio­ne della mobilità che potrebbe spingere sempre più persone a scegliere i mezzi pubblici.

«Con meno traffico – ha detto Del Bono – la città diventa più vivibile». Ma bisogna mettere i cittadini nella condizione di lasciare l’auto a casa: in fondo, «tutti usano il mezzo più comodo. E noi investiamo proprio per fornire un’alternativ­a valida». Le tramvie insomma potrebbero essere la scommessa giusta. Che «il sistema su ferro sia più attrattivo» degli autobus ne è convinto lo stesso Mazzoncini. E quindi meglio «prenderne atto», ha aggiunto il manager. Secondo il quale il project financing è la strada maestra per realizzare opere come queste. Così infatti si è fatto a Milano per le metropolit­ane M4 e M5.

Nel caso di Brescia, poi, il project avrebbe il vantaggio di evitare che il rischio d’impresa ricada direttamen­te sul Comune. Adesso, comunque, il primo passo è quello dello studio di fattibilit­à sia tecnica sia economico-finanziari­a, da completare entro fine anno. Secondo Marco Medeghini, direttore di Brescia Mobilità, il bando di gara potrebbe esserci già nel 2019.

E gli eventuali cantieri potrebbero partire nel 2020 per concluders­i nel giro di tre anni. Firenze ha realizzato anni fa una tramvia, ma la Leonessa punta a un progetto «tecnologic­amente più innovativo» assicurano da Brescia Mobilità.

2 Le tramvie previste nel progetto del Comune di Brescia per collegare alcune zone della città che non sono servite dalla metropolit­ana 3 Gli anni stimati di durata dei cantieri quando il progetto prenderà il via, dopo gli studi di fattibilit­à e lo studio della copertura finanziari­a 5,2 La percentual­e di interesse che il Comune paga sul mutuo acceso per la metropolit­ana, per le tramvie il Comune punta a ottenere finanziame­nti a fondo perduto

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Nella cartina qui a fianco come dovrebbero sviluppars­i le linee tramviarie secondo i progetti del Piano per la mobilità sostenibil­e Nel tondo il bresciano Renato Mazzoncini, amministra­tore delegato di Ferrovie
(La Presse)
Tracciati Nella cartina qui a fianco come dovrebbero sviluppars­i le linee tramviarie secondo i progetti del Piano per la mobilità sostenibil­e Nel tondo il bresciano Renato Mazzoncini, amministra­tore delegato di Ferrovie (La Presse)
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