Tram, si studia la fattibilità con Ferrovie
Accordo tra Brescia Mobilità e Ferrovie. A caccia di finanziamenti a fondo perduto
Nel futuro di Brescia, con cantieri forse già nel 2020, il Comune progetta due tramvie. Il progetto diventa sempre più concreto. Ieri è stato siglato l’accordo tra Brescia Mobilità e Ferrovie dello Stato, le due società pubbliche, chiamate a realizzare uno studio di fattibilità sia tecnica sia economico-finanziaria.
Il trasporto pubblico corre sempre più su ferro. Nel futuro di Brescia, con cantieri forse già nel 2020, il Comune progetta due tramvie che dovrebbero rispondere alla domanda di traffico nelle aree non coperte dalla metropolitana: una linea (T2) che colleghi l’Oltremella alla Fiera passando per via Volturno, San Faustino, via Corsica e via Orzinuovi; l’altra linea (T3) che parta da via Vallecamonica e tagli la città in senso ovest-est raggiungendo viale Bornata.
Il progetto diventa sempre più concreto. E i pezzi di questo «puzzle» saranno assemblati grazie a un lavoro congiunto tra Brescia Mobilità e i tecnici di Ferrovie dello Stato: ieri, infatti, è stato siglato l’accordo di partnership tra le due società pubbliche, chiamate a realizzare uno studio di fattibilità sia tecnica sia economico-finanziaria delle due tramvie. Il percorso, i materiali da utilizzare, l’importo dei lavori, il costo di esercizio, il numero di passeggeri, gli oneri finanziari: ogni elemento verrà passato ai raggi “x” dal gruppo di lavoro congiunto che inizierà a incontrarsi dopo Pasqua.
L’obiettivo è far sì che almeno la metà delle risorse siano coperte con finanziamenti a fondo perduto. Per ottenerle, però, non c’è tempo da perdere: «Il progetto andrà sottoposto al Cipe entro fine anno» ha detto ieri Carlo Scarpa, presidente di Brescia Mobilità. E visto che le risorse a fondo perduto sono legate alla legge di stabilità, l’amministrazione comunale dovrà inviare al ministero delle Infrastrutture la richiesta per accedere ai fondi destinati a tramvie e metropolitane. «A differenza di altre città – ha detto ieri l’amministratore delegato di Fs Renato Mazzoncini – qui a Brescia si erano già mossi, non ho dovuto mandare alcuna lettera» per sollecitare progetti di infrastrutturazione su ferro all’interno delle grandi aree urbane. Il piano industriale di Ferrovie mette infatti «al centro le città», con le loro aree metropolitane. Ed è proprio per «recuperare il gap nei confronti di tante altre città europee» che Ferrovie ha stanziato 2,3 miliardi: serviranno a sostenere diversi project financing, compreso quello di Brescia. La nostra città, tra le poche ad aver già approvato un Piano urbano della Mobilità sostenibile (Pums), potrebbe essere tra le prime a depositare il progetto.
«E questo – ha aggiunto Mazzoncini – è un segno di credibilità». Consapevole dell’«impatto finanziario» che la metropolitana ha avuto sui bilanci del Comune, il sindaco di Brescia ha ricordato i tre capisaldi del progetto delle tramvie: realizzabilità, sostenibilità, vivibilità.
«Questo è un piano tecnicamente realizzabile, non siamo venditori di fumo» ha detto ieri Emilio Del Bono. Secondo, «non si può certo replicare ciò che è successo con la metropolitana: i tassi al 5,2% non sono sostenibili». E in questo senso la leva finanziaria di Ferrovie potrebbe aiutare. Terzo, grazie alle due tramvie si realizza una maggiore integrazione della mobilità che potrebbe spingere sempre più persone a scegliere i mezzi pubblici.
«Con meno traffico – ha detto Del Bono – la città diventa più vivibile». Ma bisogna mettere i cittadini nella condizione di lasciare l’auto a casa: in fondo, «tutti usano il mezzo più comodo. E noi investiamo proprio per fornire un’alternativa valida». Le tramvie insomma potrebbero essere la scommessa giusta. Che «il sistema su ferro sia più attrattivo» degli autobus ne è convinto lo stesso Mazzoncini. E quindi meglio «prenderne atto», ha aggiunto il manager. Secondo il quale il project financing è la strada maestra per realizzare opere come queste. Così infatti si è fatto a Milano per le metropolitane M4 e M5.
Nel caso di Brescia, poi, il project avrebbe il vantaggio di evitare che il rischio d’impresa ricada direttamente sul Comune. Adesso, comunque, il primo passo è quello dello studio di fattibilità sia tecnica sia economico-finanziaria, da completare entro fine anno. Secondo Marco Medeghini, direttore di Brescia Mobilità, il bando di gara potrebbe esserci già nel 2019.
E gli eventuali cantieri potrebbero partire nel 2020 per concludersi nel giro di tre anni. Firenze ha realizzato anni fa una tramvia, ma la Leonessa punta a un progetto «tecnologicamente più innovativo» assicurano da Brescia Mobilità.
2 Le tramvie previste nel progetto del Comune di Brescia per collegare alcune zone della città che non sono servite dalla metropolitana 3 Gli anni stimati di durata dei cantieri quando il progetto prenderà il via, dopo gli studi di fattibilità e lo studio della copertura finanziaria 5,2 La percentuale di interesse che il Comune paga sul mutuo acceso per la metropolitana, per le tramvie il Comune punta a ottenere finanziamenti a fondo perduto