Il neogovernatore premia i salviniani Al via la squadra «turboleghista»
Solo all’ora di pranzo Forza Italia scioglie le riserve sulla giunta. Gori: poche tracce di competenze
«I voti si pesano»: all’indomani delle elezioni, dalle parti di via Bellerio l’hanno ripetuto in ogni salsa. E ieri quel 29 per cento raccolto dalla Lega contro il 14 di Forza Italia ha avuto una trasposizione plastica nella nuova squadra che ha circondato il neo presidente Attilio Fontana per la foto di rito. Metà della maxi giunta a 16 è appannaggio dei salviniani. A cui va in realtà aggiunto anche il «civico» Stefano Bruno Galli. Gli azzurri perdono una casella rispetto agli accordi iniziali. Confermati i tre uomini, la sorpresa è al femminile: l’esterna Melania Rizzoli, medico, giornalista, già parlamentare Pdl, non eletta alle ultime Politiche. L’esclusa eccellente dell’ultimo minuto è Silvia Sardone, rimasta fuori nonostante le oltre 11 mila preferenze raccolte. Confermate le due caselle per Fratelli d’Italia e il ripescaggio del centrista Raffaele Cattaneo. In totale, otto sono pescati dagli eletti in consiglio regionale, e solo cinque sono le donne.
Le trattative per mettere a posto ogni tessera del mosaico sono andate avanti fin quasi l’ultimo minuto utile. A mettere a rischio la promessa di Fontana di chiudere ieri la partita è stata Forza Italia. Che mercoledì sera s’è riunita a Roma, a Palazzo Grazioli: lì s’è provato a dare forma alla pattuglia azzurra. Ma ancora ieri mattina si lavorava alla lista. Solo attorno all’ora di pranzo da Arcore sarebbe partita la telefonata al neogovernatore per il via libera. Squadra più corta del previsto: quattro nomi invece di cinque. Ci sono Giulio Gallera (Sanità), Fabrizio Sala (vicepresidente con deleghe a Ricerca, innovazione, università) e Alessandro Mattinzoli (Sviluppo economico) che la spunta su Francesco Ferri. Il nome nuovo porta la firma del Cavaliere: Melania Rizzoli è la carta tenuta nascosta fino all’ultimo dal leader forzista per Istruzione e lavoro. Silvia Sardone avrebbe pagato veti interni al partito, oltre alla vicenda di Afol. Perso un posto in giunta, la parziale contropartita, oltre alla guida dell’aula con Alessandro Fermi, è un secondo sottosegretario. A Fabio Altitonante (Sviluppo area Expo) s’affianca Alan Rizzi (Rapporti con le delegazioni estere), rimasto fuori dal Pirellone.
Per la giunta turboleghista viene ripescata all’ultimo la brianzola Martina Cambiaghi: a lei Sport e giovani, anche se i Grandi eventi sportivi saranno gestiti dal sottosegretario Antonio Rossi (lista Fontana). L’altra parziale sorpresa è il ritorno di Claudia Terzi, su cui il pressing del partito non s’è mai fermato. Lascerà il Parlamento per planare sulla pesante casella dei Trasporti. Confermati Davide Caparini a Bilancio e semplificazione, Stefano Bolognini al nuovo maxi assessorato Politiche sociali, abitative e disabilità, Fabio Rolfi all’Agricoltura e Massimo Sertori alla Montagna. Pietro Foroni ottiene il Territorio. Esclusa Elena Poma, entra Silvia Piani (Politiche per la famiglia e pari opportunità). Leghista anche il sottosegretario ai Rapporti con l’aula Fabrizio Turba. Stefano Bruno Galli della lista Fontana è assessore all’Autonomia e Cultura, il centrista Raffaele Cattaneo va all’Ambiente, FdI piazza Riccardo De Corato alla Sicurezza e Lara Magoni a Turismo e moda.
Fontana nega uno strapotere leghista. «Io non guardo queste cose, la cosa importante è la qualità delle persone: sono tutti esperti, capaci, con esperienza amministrativa». Si parte mercoledì, con la prima riunione di giunta che dovrebbe estendere la misura dei «nidi gratis» e le esenzioni dal superticket sanitario (si stanno verificando le risorse).
Le opposizioni denunciano gli appetiti dei vincitori. Per Giorgio Gori il nuovo governo lombardo «è il poltronificio del centrodestra, con pochissime tracce di competenza e donne. È la prova della debolezza di Fontana». Secondo il Pd «sono state premiate le logiche di fedeltà a Salvini». «È una nuova giunta che nasce vecchia — commenta il pentastellato Dario Violi — con il solito sistema di spartizione».
9 Gli esponenti in quota Lega nella giunta guidata da Attilio Fontana. La pattuglia forzista è stata invece ridotta a quattro elementi 80 I consiglieri eletti con il voto del 4 marzo: non possono ricoprire contemporaneamente la carica di assessore in giunta
L’opposizione «Il nuovo governo lombardo nasce già vecchio, con il solito sistema di spartizione»