Alta velocità, Ferrovie firmerà il contratto per il tratto veronese
Mazzonici: «Abbiamo preso degli impegni, andiamo avanti». I No Tav: «È una scelta politica»
Se il Movimento 5 stelle entrasse a far parte del governo, è probabile che ostacolerebbe o vorrebbe quantomeno rivedere il progetto dell’Alta velocità Brescia-Verona. Tuttavia, l’amministratore delegato di Ferrovie non demorde: «Confermo che dopo Pasqua firmeremo il contratto con Cepav Due» ha detto ieri Renato Mazzoncini. Nessun tentennamento né prudenza. «Saremmo inadempienti se non andassimo avanti. Abbiamo preso degli impegni. E quindi firmeremo». Un’accelerazione che secondo il coordinamento No Tav «mostra bene la natura tutta politica di questa scelta». Per gli attivisti bresciani l’idea di non posticipare la firma del contratto del primo lotto sarebbe la dimostrazione che «c’è una parte che quest’opera la vuole a tutti i costi. Altrimenti – scrivono – non ci spiegheremmo come sia stato possibile mandare avanti un progetto zeppo di prescrizioni che, se fossero realizzate, stravolgerebbero l’opera di cui si è parlato fin d’ora». Rispetto al progetto del 2003, infatti, ci sono diversi cambiamenti: dall’eliminazione dello shunt al quadruplicamento in uscita da Brescia, dalle prescrizioni per le costruzioni anti-sismiche (prima non previste dalla normativa) alle compensazioni ambientali e infrastrutturali richieste dagli enti locali. Ergo, ai 2,5 miliardi di euro dell’opera bisogna aggiungere 209 milioni di extra-costi (come scritto in Gazzetta ufficiale), di cui solo 146 sarebbero coperti dal «fondo imprevisti».
Insomma, il timore di un aumento dei costi sembra già realtà. E il coordinamento No Tav Brescia-Verona ricorda di aver profetizzato anni fa questa levitazione. Da sempre contrario ai progetti di Alta velocità, il coordinamento chiede che lo Stato destini le risorse della Tav ai treni regionali, spina dorsale del trasporto pubblico. Il finanziamento delle linee ad Alta velocità, eccezione fatta per la Milano-Roma, non ha prodotto i volumi di traffico sperati.
«D’altronde – ripetono i No Tav – anche l’ultimo governo, parlando della tratta TorinoLione, ha ammesso che le previsioni di traffico utilizzate per giustificare i corridoi europei e l’investimento nell’Alta Velocità fossero sovrastimate per le condizioni economiche attuali». (m.tr.)
Gli extra costi Ai 2,5 miliardi di euro dell’opera bisogna aggiungere 209 milioni di extra-costi