La Carmen dei piccoli sparisce nella scatola con il doppio fondo
Alla fine, Carmen, sparisce nella scatola a doppio fondo dell’illusionista e, dopo il finale tragico di prammatica, torna a salutare il pubblico con tutti gli altri protagonisti dello spettacolo, sulle note di «Toreador». No: non si tratta di una regia post moderna del capolavoro di Bizet, bensì di «Carmen. La stella del circo Siviglia», l’originale allestimento messo in scena da Opera domani, dedicato ai bambini e ragazzi di elementari e medie, e giunta alla 22° edizione. Una formula innovativa di accostarsi ai grandi capolavori della lirica, con il coinvolgimento diretto del pubblico, preparato dagli insegnanti per intervenire cantando nel corso della rappresentazione, oppure muovendosi a ritmo di musica, spesso con colorati costumi. Oltre un centinaio le repliche previste in tutta Italia, dieci delle quali al Teatro Grande, gremito dal giovanissimo pubblico, puntualmente entusiasta per uno spettacolo che riesce nella difficile sfida di restituire in forma accattivante nientemeno che uno dei capolavori più sanguinosi del melodramma (basti pensare che qualche settimana fa a Firenze ci sono state pretestuose polemiche per il femminicidio che conclude l’opera…). Il merito della riuscita va anzitutto al giovane regista di Bolzano Andrea Bernard, che trasporta l’azione dalla Siviglia del libretto operistico a un colorato circo spagnolo di nome proprio «Siviglia», di cui Carmen è la stella. Bellissimi scene e costumi: tra schermaglie e rivalità amorose, la narrazione corre fluida e coerente, punteggiata da alcune delle più belle pagine dell’opera di Bizet, trascritte per l’agile Orchestra 1813, compagine cameristica guidata con sensibilità dalla giovanissima Azzurra Steri. Ottimi nel complesso gli interpreti, divertente e a tratti poetico il contributo offerto da un bel gruppo di giocolieri e acrobati circensi.