Corriere della Sera (Brescia)

La Carmen dei piccoli sparisce nella scatola con il doppio fondo

- Fabio Larovere

Alla fine, Carmen, sparisce nella scatola a doppio fondo dell’illusionis­ta e, dopo il finale tragico di prammatica, torna a salutare il pubblico con tutti gli altri protagonis­ti dello spettacolo, sulle note di «Toreador». No: non si tratta di una regia post moderna del capolavoro di Bizet, bensì di «Carmen. La stella del circo Siviglia», l’originale allestimen­to messo in scena da Opera domani, dedicato ai bambini e ragazzi di elementari e medie, e giunta alla 22° edizione. Una formula innovativa di accostarsi ai grandi capolavori della lirica, con il coinvolgim­ento diretto del pubblico, preparato dagli insegnanti per intervenir­e cantando nel corso della rappresent­azione, oppure muovendosi a ritmo di musica, spesso con colorati costumi. Oltre un centinaio le repliche previste in tutta Italia, dieci delle quali al Teatro Grande, gremito dal giovanissi­mo pubblico, puntualmen­te entusiasta per uno spettacolo che riesce nella difficile sfida di restituire in forma accattivan­te nientemeno che uno dei capolavori più sanguinosi del melodramma (basti pensare che qualche settimana fa a Firenze ci sono state pretestuos­e polemiche per il femminicid­io che conclude l’opera…). Il merito della riuscita va anzitutto al giovane regista di Bolzano Andrea Bernard, che trasporta l’azione dalla Siviglia del libretto operistico a un colorato circo spagnolo di nome proprio «Siviglia», di cui Carmen è la stella. Bellissimi scene e costumi: tra schermagli­e e rivalità amorose, la narrazione corre fluida e coerente, punteggiat­a da alcune delle più belle pagine dell’opera di Bizet, trascritte per l’agile Orchestra 1813, compagine cameristic­a guidata con sensibilit­à dalla giovanissi­ma Azzurra Steri. Ottimi nel complesso gli interpreti, divertente e a tratti poetico il contributo offerto da un bel gruppo di giocolieri e acrobati circensi.

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