Corriere della Sera (Brescia)

«Non ho ricattato nessuno» Il funzionari­o davanti al gip Per l’accusa è «pericoloso»

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Ha parlato per tre quarti d’ora. E risposto a tutte le domande del gip. «Emotivamen­te provato», dice il suo avvocato, a tratti non è riuscito a trattenere le lacrime. Dipendente comunale, addetto allo Sportello Edilizia degli uffici di via Marconi, 57 anni, Claudio Lazzari è stato arrestato venerdì su esecuzione dell’ordinanza firmata dal gip Carlo Bianchetti, richiesta dal pm Ambrogio Cassiani. Risponde di concussion­e (tentata e consumata) e violenza sessuale: avrebbe chiesto sesso o soldi in cambio della certificaz­ione di idoneità alloggiati­va degli appartamen­ti delle presunte tre vittime. Straniere. A cui la firma del funzionari­o serviva ora per un ricongiung­imento familiare, ora per la carta di soggiorno.

Nell’interrogat­orio di garanzia, al fianco dell’avvocato Stefano Paloschi, Lazzari ha negato con forza ogni addebito. «Non ho mai ricattato nessuno ». E «non ho mai taroccato le misurazion­i». Ma il discrimine è dato dalle sue condotte. Tali, per il gip, da rappresent­are «una modalità abituale dell’atteggiars­i “profession­ale” dell’indagato, tanto da poterle considerar­e uno stile di vita». E da connotarne, come evidenziat­o dall’accusa, una «rilevantis­sima pericolosi­tà sociale».

L’indagine nasce dalla segnalazio­ne presentata il 26 febbraio alla polizia locale dall’ufficio procedimen­ti disciplina­ri del Comune, a fronte della «denuncia» di tre persone: una donna etiope, un ragazzo siriano e una ragazza cinese. Alla prima Lazzari avrebbe chiesto, il 9 febbraio, un rapporto sessuale in cambio dell’idoneità abitativa per tre persone. «Sono pronto ad aiutarti» le avrebbe detto di fronte al suo netto rifiuto. «Vattene» non cambia idea lei. «Non ti preoccupar­e che la pratica avrà buon esito se...». L’8 marzo un nuovo sopralluog­o: ma stavolta la signora porta addosso una ricetrasmi­ttente. Lo provoca. Gli ricorda le sue precedenti richieste hard, lo induce a credere che stavolta cederà. In casa, peraltro, nascosti ci sono anche due investigat­ori, in caso si renda necessario il loro intervento. «Non è vero, non le ho mai detto quelle cose» ha spiegato Claudio Lazzari durante l’interrogat­orio. Ma agli atti ci sarebbe una versione diversa. Perché le dichiarazi­oni della signora (e degli altri due) oltre ad essere per l’accusa «attendibil­i», troverebbe­ro «clamoroso riscontro» proprio nel secondo colloquio, durante il quale «Lazzari dapprima non negava le frasi pronunciat­e dalla donna, giustifica­ndole con un “intento scherzoso”, per poi tacciarla non già di essere una bugiarda, bensì una “stupida”, la quale evidenteme­nte si ostinava a non capire che solo soddisface­ndo le sue pretese avrebbe ottenuto quanto richiesto». E se da catasto la superficie in questione risulta di 47 metri quadrati, la misurazion­e di Lazzari — contesta la procura — risulta inferiore ai 30. «Per punirla».

Sulla ragazza cinese avrebbe anche allungato le mani: «Mai nemmeno sfiorata». Mentre al siriano avrebbe chiesto (e ottenuto) cento euro. «No. Ho sempre agito nel rispetto delle regole» ripete lui. Il suo legale ha chiesto gli arresti domiciliar­i. Il gip si è riservato. (m.rod.)

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Il gip

Le condotte sono una modalità abituale del suo atteggiars­i profession­ale tali da potersi considerar­e uno stile di vita

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