Da Calvisano al Paradiso
dere del poeta era a 30 miglia da Mantova. Trenta — specifica — e non tre, come risulta per errata lettura di scritti. Trenta miglia corrispondono a 45 chilometri: quanto separa Mantova dal paese bagnato dal Chiese. La fattoria viene poi collocata in territorio «delimitato dal giogo di Carpenedolo» sulla riva sinistra del fiume. Prova del nove due iscrizioni rinvenute a Calvisano ed alla frazione Casalpoglio di Castelgroffredo. Riportano nomi di persone delle genti Virgilia e Magia. Come dire papà e mamma del poeta. Guarda coincidenza, una nova ricerca del 1999 vorrebbe il caro Virgilio proprio nativo di Casalpoglio.
Torniamo al professore inglese. Nessuno in Italia fa caso al ragionamento, salvo il Giornale di Mantova comprensibilmente furioso per lo scippo. Poi si placa riconsiderando le troppe attribuzioni del passato. Scipione Maffei, nel 1732, aveva dato Virgilio per veronese (non Andes — Pietole, ma Bande — Verona). Vent’anni dopo il mantovano Federico Amadei aveva sostento Predelle di Rivalta Mantovana come culla. Nel 1896 William Ramsay, tassativo aveva indicato Valeggio sul Mincio. Contrario Ettore Paratore legato alla distanza Tria milia e quindi sostenitore della tesi pietolana.
Il 22 febbraio 1923 Conway, che non demorde, traduce in italiano la sua tesi e la legge a Brescia. Quindi conduce ricerche a Calvisano. Sale sul campanile a misurare distanze e scrutare il panorama, testi latini alla mano, in cerca di coincidenze. E ne trova, discutibili, ma ne trova. Non tutti gli danno del visionario. Karl Büchner nell’enciclopedia Paul-Wissowa, alla voce Virgilio, registra ambedue le versioni: Pietole e Calvisano
Colpo di scena. Nel 1930 dice la sua il nostro Paolo Guerrini Ricollegando la frazione di Verziano ad un «fundus Vergiliani» afferma che «ci troviamo di fronte alla rustica fattoria paterna, dove il piccolo Virgilio ha passato meditando i primi anni tristi della sua giovinezza» E aggiunge: «Mi sembra di aver trovato un elemento chiarissimo indiscutibile per dire a tutti questi signori critici ed orecchianti: la gens virgiliana ha lasciato un’orma chiara incancellabile in questo fondo suburbano di Brescia». Dopo anni di silenzio, nel 1960, scende in campo Leon Herrmann. Egloga IX alla mano sostiene che alcuni versi alludono a Borgosopra di Montichiari, che per l’appunto dista trenta miglia da Mantova
Nel 1974 dice la sua il professore Alberto Albertini. Spiega che «tanto Conway, Besutti, Herrmann ... quanto i difensori di Pietole, sbagliano a cercare nello stesso luogo il podere di Virgilio ed Andes». Quindi due luoghi distinti.
Pierino Lucini, in Gottolengo dalla preistoria alla romanità fa nascere a Gottolengo il poeta. Nel 1986 Davide Nardoni, dell’Università di Cassino, avanza l’ipotesi che i natali di Virgilio siano a Castelgoffredo. Nello stesso anno Franco Visi porta la culla del poeta a Rivalta sul Mincio.
Insomma: Virgilio come Figaro nel Barbiere rossiniano: «Tutti mi chiedono tutti mi vogliono»... Ma la verità?