Sorveglianza speciale sui frontalieri Ogni giorno controllati otto italiani
Il bilancio 2017 della polizia del Canton Ticino: aumentano le rapine vicino al confine
Frontalieri sorvegliati speciali in Canton Ticino. Lo scorso anno, la polizia cantonale ha controllato in media otto lavoratori italiani al giorno e le verifiche sulla manodopera straniera sono cresciute del 30% rispetto al 2016. «La riduzione dei fenomeni criminali ci ha permesso di potenziare il lavoro sulla prevenzione», è la spiegazione del comando del corpo. I vertici della polizia cantonale del Ticino hanno presentato il bilancio delle attività svolte nel corso del 2017. Tra i molti dati, balzano all’occhio l’impennata delle verifiche sul lavoro dei frontalieri ma anche la particolare situazione dei reati nella zona di confine, in aumento a fronte di un calo generalizzato registrato nel Cantone. Le verifiche nei luoghi di lavoro nei quali sono in servizio i frontalieri sono state nei dodici mesi dello scorso anno 852 in totale, con un incremento del 32% rispetto al 2016. In tutto sono state controllate 3.191 persone, il 16% in più rispetto al 2016. Quelle risultate non in regola sono state 136 e i datori di lavoro denunciati per le irregolarità commesse nell’impiego della manodopera straniera sono stati 35.
Nessun accanimento verso gli italiani, chiariscono i vertici della polizia cantonale. Il comandante, Matteo Cocchi, precisa: «I controlli sulla manodopera, nel 2017, sono stati effettuati in misura maggiore perché la riorganizzazione degli scorsi anni, con la regionalizzazione della Gendarmeria e la forte diminuzione dei fenomeni criminali hanno permesso agli agenti della polizia cantonale di effettuare un numero più elevato di operazioni di prevenzione. Questo — aggiunge il comandante —, non solo in ambito di tutela delle normative sul lavoro ma pure nei settori della circolazione stradale o di prevenzione dei furti».
La fotografia dei reati scattata dalla polizia cantonale apre poi a un’altra riflessione. Nel corso del 2017, in Ticino i reati denunciati sono risultati in calo su tutti i fronti: -8% quelli commessi contro le persone, -18% gli assalti al patrimonio, -11% i reati contro l’onore e la sfera personale e -15% le violenze e gli abusi sessuali. Un’analisi più dettagliata mostra però alcune anomalie proprio nella zona di confine tra Svizzera e Italia. In questa fascia si registra infatti un’impennata di reati quali i furti con scasso, che nella zona di Locarno sono aumentati del 17% mentre nel resto del cantone sono calati. Analoga la situazione per le rapine, calate dell’11% nel Canton Ticino, in crescita dell’87% nella zona tra Chiasso e Mendrisio.
«Nella fascia di confine il numero totale dei reati è diminuito sensibilmente — commenta Cocchi —. Nella stessa regione si è invece assistito, rispetto al 2016, ad un aumento delle rapine legato in particolare ai colpi, 17 in tutto, ai distributori di benzina nelle vicinanze della frontiera, fattore quest’ultimo che facilita la fuga dei malviventi verso l’Italia. In relazione a queste rapine sono stati effettuati 6 arresti, con già 2 condanne, grazie anche alla collaborazione con le forze dell’ordine italiane».