Suoni e visioni al Teatro Studio
La pianista Gloria Campaner ispira le creazioni del visual artist Natan Sinigaglia
La musica è? «Gioco, passione, emozione, scambio di amore e vita...» Gloria Campaner si sforza di riunire sentimenti e sensazioni per definire l’imprendibile magia dei suoni. La musica è... «Mousiké» conclude la bella pianista veneziana, che quel termine greco comprensivo di ogni arte benedetta dalle Muse, prende ora a prestito per un progetto ponte tra linguaggi diversi, intrecci sperimentali e sconfinamenti sensoriali. Nato sotto l’egida della Società del Quartetto, «Mousiké, concerto per pianoforte e realtime graphic system», oggi e domani al Piccolo Teatro Studio Melato, la vedrà in coppia con l’artista visuale Natan Sinigaglia (via Rivoli 6, ore 20.30, biglietti 5-35 euro). Lei alla tastiera di un luccicante grancoda black, lui ai comandi di una consolle elettronica, impegnato a plasmare in tempo reale su un maxischermo le note di Bach e Arvo Pärt, di Skrjabin e Prokoviev, in un mondo di immagini. «Fazioli ha creato un pianoforte ad hoc — spiega Gloria — dotato di un sistema in grado di connettere a un software i suoni del piano e permettere a Natan di rileggerli visivamente in forme astratte, che si dilatano e si modificano a seconda del ritmo e del volume, della velocità e delle pause».
Un flusso di musica e immagini senza interruzioni. «Un brano dopo l’altro in un continuum faticoso e meraviglioso. La prova che la musica può innescare nuovi dialoghi, inediti e eloquenti. Come il finale psichedelico generato dalla Toccata finale di Prokoviev». Degno di un film surrealista. «Come quello che ho girato di recente a Los Angeles e dintorni — sorride Gloria —. In The Butterfly Confirmation il regista Philippe Caland mi ha chiesto di suonare il piano in un canyon del deserto: tra quelle montagne solitarie si nascondono invisibili intelligenze aliene, che tentano di mettersi in contatto con noi». E la musica, come aveva ben intuito Spielberg negli Incontri ravvicinati, è lo strumento ideale tra chi non parla la stessa lingua. A compiere il miracolo qui saranno le note Le Poème de l’extase di Skrjabin, il massimo del visionario musicale».