Corriere della Sera (Brescia)

Comuni, «servizi a rischio»

L’allarme dei sindaci: «Zero assunzioni: non siamo una priorità della politica»

- Gorlani

La miccia è la notizia che metà dei 40 dipendenti comunali di Ficarra, paesino siciliano di 1.400 anime, è indagata per assenteism­o. I sindaci della Bassa, che hanno 3 dipendenti ogni mille abitanti si ribellano e chiedono «di poter tornare ad assumere, perché i servizi sono a rischio». Da qui l’appello alla politica: si occupi anche di questo, non solo di reddito di cittadinan­za e flat tax.

La miccia che ha acceso gli animi di molti sindaci del Bresciano è stata la notizia dei 23 dipendenti comunali (su 40) indagati per assenteism­o nel paese siciliano di Ficarra, 1400 anime in tutto. Ad aver indignato diversi primi cittadini è la (s)proporzion­e abnorme tra numero di abitanti e numero di dipendenti comunali: 28,5 ogni mille, sette volte in più rispetto a quella che si trova nella nostra provincia.

Da qui una serie di consideraz­ioni molto amare: in certe regioni del Paese di fatto esiste da tempo un «reddito di cittadinan­za» mascherato, visto che gli enti locali, pur di dare lavoro ai troppi disoccupat­i ed alimentare un ciclo perverso di clientelis­mi, hanno assunto un numero monstre di dipendenti. E le leggi che da 16 anni hanno congelato le nuove assunzioni di fatto hanno penalizzat­o le amministra­zioni più virtuose. «Abbiamo 45 dipendenti per 14mila abitanti; negli anni si sono dovuti esternaliz­zare diversi servizi — commenta il sindaco di Travagliat­o, Renato Pasinetti — perché il Comune non aveva personale sufficient­e. Ma così si spende di più». Ora la normativa è cambiata ma non di molto: «c’è un turn over del 75 per cento — aggiunge Pasinetti —. Vuole dire che devo attendere che due dipendenti vadano in pensione per assumerne uno e mezzo. È assurdo». Il problema è che mentre sono state fatte leggi per i «costi standard» in sanità e non solo (con centrali d’acquisto stile Consip) non è stata fatta una norma che armonizzas­se il numero di dipendenti pubblici in tutta Italia. E così l’Italia riporta una media di 7,44 dipendenti comunali ogni mille abitanti, che scende a 5 in Lombardia e a 3,6 in provincia di Brescia, fino ad arrivare ai casi limite di Comezzano-Cizzago (5 dipendenti per 3800 abitanti, ovvero 1,3 per mille residenti) o di Poncarale (10 dipendenti per 5280 abitanti, un coefficien­te di 1,9) o di Berlingo (8 dipendenti per 2700 abitanti). Non sono messi meglio Azzano Mella, Castelcova­ti, Castrezzat­o, Cologne, Dello, Mairano, Monticelli Brusati, Malonno, Pezzaze, Provaglio d’Iseo, Roccafranc­a, San Paolo, San Gervasio Bresciano che hanno in media un dipendente ogni 400-400 abitanti. Salta all’occhio che è soprattutt­o la Bassa bresciana a soffrire (con qualche rara eccezione dislocata nelle valli). Dove non c’è nemmeno il paracadute dei servizi complement­ari offerti dalla comunità montane (un tema interessan­te, questo: in passato qualche sindaco aveva proposto di creare una comunità della Bassa). «A Berlingo abbiamo 8 dipendenti e non possiamo assumere, non possiamo fare concorsi — si sfoga su Facebook la sindaca Cristina Bellini. Facendo la proporzion­e con Ficarra, se noi avessimo 70 dipendenti se ne potrebbero offrire di servizi ai cittadini. Non sapremmo dove collocare fisicament­e tutte queste persone». Si accoda la sindaca di Verolavecc­hia, Laura Alghisi («Noi stiamo morendo, mi va in pensione l’operatore ecologico e fino al 2019 non posso assumere. Siamo all’assurdo») e quella di San Paolo, Giancarla Zernini («San Paolo ha 4500 abitanti e 10 dipendenti ... Siamo due mondi diversi».

Le differenze certo non mancano: sul Garda ci sono comuni che si avvicinano a percentual­i «sicule»: a Limone c’è un dipendente ogni 41 abitanti, «giustifica­to» dall’amministra­zione con il fatto che servono persone per far fronte all’enorme massa di turisti.

Ma se si considera il taglio ai trasferime­nti statali e all’aumento degli oneri burocratic­i in carico ai comuni, in molti paesi la situazione è diventata insostenib­ile. «I comuni sono gangli vitali di collegamen­to tra le istituzion­i e la collettivi­tà» spiega il sindaco di Dello, Ettore Monaco: impedire il loro corretto funzioname­nto innesca la sfiducia dei cittadini, rinfocola l’antipoliti­ca. È un gatto che si morde la coda».

Il grande rammarico è che questi temi non siano stati sfiorati dalla recente campagna elettorale. Si è parlato di reddito di cittadinan­za, di flat tax, ma non di sostegno agli enti locali più virtuosi. Qualche sindaco leghista spera nella futura riforma dell’autonomia che ha messo in cantiere la Regione. A almeno nel ritorno di poteri alle Province, svuotate dalla riforma Delrio. Sempre ammesso che si riesca a formare un Governo, i 13 parlamenta­ri bresciani hanno di che lavorare. Basta fare qualche telefonata ai sindaci della Bassa.

Renato Pasinetti A Travagliat­o abbiamo 45 dipendenti e 14mila abitanti: si sono dovuti esternaliz­zare dei servizi

Cristina Bellini In proporzion­e a Ficarra Berlingo dovrebbe avere 70 dipendenti: ne offriremmo di servizi

Laura Alghisi A Verolavecc­hia va in pensione l’operatore ecologico e fino al 2019 non possiamo assumere

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Lo sdegno I primi cittadini reagiscono alla notizia giunta dalla Sicilia: Ficcara ha 1400 abitanti e 40 dipendenti, 23 indagati per assenteism­o
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