Discariche: Aib pronta a ritirare il ricorso al Tar
Imprenditori e consiglieri regionali: sinergie su formazione e infrastrutture
Se la Regione proporrà recuperi alternativi alle discariche Aib è pronta a ritirare il ricorso al Tar contro l’indice di pressione. È emerso ieri nel tavolo di confronto con i consiglieri regionali bresciani, ai quali 12 associazioni di categoria hanno chiesto un supplemento di impegno su formazione e infrastrutture.
Alla ricerca di una soluzione che, a precise garanzie e con una mediazione a questo punto necessaria, possa mettere l’Aib nella condizione di ritirare il ricorso presentato contro il nuovo indice di «pressione ambientale» approvato lo scorso ottobre dalla Regione. Un superamento quindi di quella norma che impedisce l’apertura o l’ampliamento di discariche nei territori che hanno già 64 mila metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato. E con il limite, per il singolo comune, di 145 mila metri cubi. La volontà di fare un passo avanti nella vicenda è arrivata dal presidente degli industriali, Giuseppe Pasini, proprio nell’incontro tra i presidenti delle 12 associazioni di categoria (210 mila addetti e 40 mila imprese) che a febbraio avevano presentato ai candidati un documento in dieci punti, e assessori e consiglieri regionali bresciani eletti nelle recenti elezioni regionali. Cinque stelle compresi.
Un sasso nello stagno e simbolo del metodo che gli imprenditori bresciani vogliono adottare con le istituzioni: proposte concrete sulle quali si attendono risposte altrettanto concrete. Un modello di relazioni basato sul confronto «aperto e costruttivo», sulla continuità di incontri (già stabilito che saranno almeno tre in un anno), sul coinvolgimento reciproco nel
rispetto dei diversi ruoli. Insomma, «il mondo delle imprese e quello della politica devono lavorare in modo trasparente e sinergico — sintetizza Pasini — per il bene del nostro territorio». E la sfida, al momento, è stata accettata.
Saranno però i fatti a decretare il successo o meno dell’iniziativa. Altrettanto certo è che ci saranno temi con punti di vista differenti, ma la disponibilità di tutti al confronto è stata ampia ed è un buon punto di partenza. Così come la condivisione dell’importanza della formazione: «Prioritaria per crescere» per gli imprenditori e «con giovani ancora poco informati» per il neo assessore regionale allo
Sviluppo economico, Alessandro Mattinzoli. Concretamente occorrerebbe prevedere percorsi formativi per dare una risposta alla richiesta di 100 mila tra ingegneri e tecnici che nei prossimi 4 o 5 anni arriverà dalle imprese. Anche sulla scia di quel cambio culturale presupposto essenziale perché l’impresa 4.0 abbia gambe per correre. E allo stesso tempo creando nuovi posti di lavoro per dare concretezza a quella responsabilità sociale dichiarata dalle aziende che già oggi si propongono come modello «inclusivo» per gli extracomunitari. Delicato sarà il confronto tra imprenditori e Regione in tema di infrastrutture. Sul piatto le difficoltà di trasportatori e imprese «lasciati soli» ad affrontare i «ponti chiusi» sui quali Mattinzoli ha ricordato che «l’80% vanno riperiziati e di certo non compete agli imprenditori ma vanno invece trovati i soldi per le manutenzioni». Così come nella partita dell’aeroporto di Montichiari, dove «i tempi si allungano» mentre la Regione potrebbe giocare un ruolo fondamentale «ricercando sinergie con Bergamo che pare abbia fatto il pieno».
Fiumi di parole sono stati spesi per sottolineare la scarsità di fondi destinati a ricerca e innovazione, così come per la semplificazione burocratica o l’accesso al credito che rimangono tra le priorità degli imprenditori e che ora attendono iniziative concrete. L’autonomia regionale rimane una strada ancora tutta da percorrere con gli imprenditori che cercano di capirne i contorni, mentre Mattinzoli ha ricordato che si tratta di un «dialogo con il Governo i cui frutti si vedranno nel medio termine» con «un riordino dei ruoli e delle competenze anche tra province e regione». Immancabile quindi l’ottimismo che ha accompagnato l’incontro come la consapevolezza condivisa della grande opportunità che il confronto porti a dai risultati. Ma per quelli, occorre tempo.