Il Papa ai giovani: la Chiesa cambia col vostro aiuto
Tremila ragazzi bresciani a Roma
«L’ascolto dei giovani può aiutarci a cambiare la Chiesa». Papa Francesco lo ha detto ieri in sala Nervi a tremila giovani bresciani che, tramite il vescovo Pierantonio Tremolada, gli hanno consegnato l’esito dei primi confronti in vista del sinodo sui giovani di ottobre. «Però — ha insistito il Papa — dobbiamo cambiare insieme» Esortazione che si è conclusa con un “compito” a casa: riscoprire i sogni e le aspettative di un Paolo VI ragazzo. ( foto Reuters)
Alla fine se li è coccolati tutti, ha stretto mani e fatto selfie e ha lasciato messaggi importanti: dare corpo ai sogni e credere che con la propria testimonianza anche un giovane può aiutare a cambiare la Chiesa. Erano in tremila ieri mattina i ragazzi della diocesi di Brescia arrivati per incontrare Papa Francesco. Un po’ si perdevano in quello spazio immenso, ma i vuoti sono stati presto riempiti dall’allegria, dalle preghiere e dalle domande. Quelle che il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada ha consegnato al Pontefice come prima parte di un percorso di ascolto dei giovani in vista del sinodo di ottobre. Dalla lettura di quelle domande si coglie la voglia dei ragazzi bresciani di avere una Chiesa che li aiuti a sognare e non una «maestrina antipatica» o «un giudice con il quale non si sentono liberi di aprirsi». In particolare, ha spiegato il vescovo Tremolada, un giovane ha detto: « Ma davvero i Vescovi credono che i giovani possano aiutare la Chiesa a cambiare? Sono davvero disposti a cambiare qualcosa di quel che pensano? Mi piacerebbe sentirgli dire: “Si sono disposto a cambiare, ad accettare la tua situazione, a fare miei i tuoi sogni”».
Una sfida che Papa Francesco non ha lasciato cadere. «Posso dirgli - ha osservato — che questa domanda sta molto a cuore anche a me. Mi sta molto a cuore che il prossimo sinodo sia preparato da un vero ascolto che è anche disponibilità a cambiare qualcosa, a camminare insieme, a condividere i sogno come diceva quel giovane». E il Papa, con quella schiettezza che fa simpatia, ha rilanciato: «E io vi domando: voi siete disposti ad ascoltare Gesù e a cambiare qualcosa di voi stessi? Oppure ho paura che i sogni di Gesù possano disturbare i miei di sogni?» E i «sogni di Gesù» per Francesco sono quelli di formare una grande famiglia di fratelli e sorelle, andando magari anche controcorrente, rompendo le catene dell’egoismo. E in tema di sogni, Papa Francesco ha anche dato i «compiti a casa»: «Pensiamo a Giovanni Battista Montini, Paolo VI: noi siamo abituati a ricordarlo come Papa, ma prima è stato un ragazzo della vostra terra. Ecco, provate a cercare quali erano da giovane i suoi sogni, com’era nella sua famiglia , da studente, com’era nell’oratorio. Provate a cercare questo».
L’invito a scoprire la dimensione famigliare del Papa bresciano, che in autunno sarà santo, è l’impegno che Bergoglio affida ai ragazzi e agli educatori arrivati a Roma carichi di voglia di stringersi attorno ad un pastore che ama le periferie e le sfide difficili. E che conosce i suoi interlocutori al punto da strappargli un sorriso quando dice «Si, lo so che voi giovani non siete molto attirati dalla messa. Non è vero ?» Sarà, probabilmente, uno dei temi di confronto futuro e il Papa lo sa. Così come sa che tanti giovani bresciani arrivano dagli oratori, quelle realtà che nel suo saluto il vescovo Pierantonio aveva evocato con una frase dell’allora arcivescovo Montini: «Qui venite per imparare come si agisce, come si pensa, come si ama, come si misura la vita». E come si sogna, aggiungerebbe Francesco. Il Papa argentino da oggi anche un po’ bresciano.
Il Pontefice Il vero ascolto inizia dalla disponibilità a cambiare Ma vi chiedo: anche voi siete pronti a farlo?