Il Brescia a Venezia, 16 anni dopo
Nel 2002 vinse 2 a 1. Boscaglia: «Servono punti, dietro di noi nessuno si ferma»
Oggi alle 15 le rondinelle tornano a giocare nella laguna veneta, dopo 16 anni, cercando di bissare la storica vittoria del 2002 (finì 2 a 1 con gol di Giunti e Salgado). Non sarà impresa facile, visto che la squadra allenata da Pippo Inzaghi ha la seconda miglior difesa del campionato. «Ce la giocheremo a viso aperto — dice mister Boscaglia — la classifica non ci fa stare tranquilli: per restare al riparo dobbiamo continuare la nostra striscia positiva. Dietro a noi nessuno si ferma».
Una trasferta d’altri tempi, di domenica alle ore 15 come nel calcio vintage, che torna in calendario dopo 16 anni.
Nel 2002 Venezia e Brescia giocavano in Serie A e le rondinelle costruirono un blitz a firma Giunti e Salgado, ossia l’uomo più discusso di quella stagione e una meteora che al Penzo segnò l’unico gol in campionato della sua carriera in biancoblù. Non è però questo il tempo per il romanticismo, anche se la trasferta in vaporetto al Penzo con 1356 tifosi al seguito richiama echi di un pallone più sgonfio e contadino ma per questo più fantasioso e saporito. Quella di oggi, peraltro, è una gara dal sapore forte e deciso. Conta tanto, per entrambe, l’una alla ricerca dei play off e l’altra indaffarata nel tenersi al riparo dalla zona play out.
Il bilancio del Venezia è un inno al pragmatismo: 10 gol subiti in 16 partite in casa, seconda difesa del campionato, la terza per numero di pareggi. Se Inzaghi è in zona play off lo deve alla sua determinazione e alla costanza del rendimento che ha elevato il livello eccelso di una squadra costruita l’anno scorso per vincere la Lega Pro (missione compiuta) ma rinforzata poco in estate e ben puntellata invece a gennaio, quando gli innesti di Litteri (5 gol in 10 partite) e Firenze hanno dato più peso e imprevedibilità a una squadra spesso monocorde. In casa ha vinto le ultime sei sfide, una serie lunga che il Brescia, sconfitto nelle ultime tre trasferte, è chiamato a interrompere. Non sarà una partita da palati fini, ma a questo punto della stagione il bel gioco conta poco e in Serie B ci sono solo due formazioni divertenti ed efficaci, l’Empoli capoclassifica e il Foggia rivelazione. Le altre puntano sulle qualità dei singoli o sull’organizzazione tattica. Il Brescia ha i primi - Caracciolo e Torregrossa, 11 e 9 gol a testa. Zigoni, bomber scelto dei lagunari, di reti ne ha realizzate sei - e sta ritrovando anche la seconda, sebbene il 4-3-1-2 delle ultime due uscite oggi potrebbe essere rivisto in un 4-3-3 (è rientrato Martinelli, fuori causa con l’Entella) funzionale all’avversario e congeniale per far prendere il fiato a una delle due punte, impiegate per tutti i 90 minuti sia contro il Pescara sia contro l’Entella. Con questa mossa, Boscaglia non perderebbe la sfida numerica in mezzo al campo contro il 3-5-2 dell’avversario, allo stesso tempo dovrebbe mettere in difficoltà sulle fasce il Venezia se i due esterni bassi, specie qualora dovesse essere schierato Curcio, andranno in sovrapposizione creando superiorità numerica sugli esterni. La soluzione a due punte consentirebbe invece di mettere un po’ di polvere negli ingranaggi del terzetto difensivo di casa, ruvido e fisico, a discapito della compattezza d’insieme.
In sintesi: se il pareggio è l’obiettivo massimo va benissimo il 4-3-3, se si cerca il colpaccio bisognerebbe rischiare di più. «Ce la giocheremo a viso aperto, vogliamo essere equilibrati ma dovremo fare male quando saremo in possesso palla – ha detto Boscaglia alla vigilia – la classifica non ci fa stare tranquilli: per restare al riparo, dobbiamo continuare la nostra striscia positiva. Dietro a noi nessuno si ferma». Lo hanno preso alla lettera tutte, ieri. Ternana e Ascoli hanno vinto, il Pescara ha pareggiato a Palermo sciupando persino un rigore.
Per non sperare nelle disgrazie altrui, c’è una sola via da oggi. Vincere, o almeno evitare di perdere.