Madre e figlia in «ostaggio» dei rapinatori Due arresti
Non hanno suonato il citofono. Hanno scavalcato la recinzione esterna del giardino e si sono presentati direttamente sul pianerottolo, bussando alla porta. Pioveva, fuori: i rumori ovattati e la visuale offuscata. Loro, mamma e figlia (60 anni la prima, oltre 80 la seconda) hanno pensato si trattasse di una visita inaspettata del nipote. E invece no: due ragazzi di origine marocchina. A volto coperto, forbici in mano. Che non avevano buone intenzioni. Senza alcuno scrupolo, di fronte alle signore, le hanno spintonate per guadagnarsi l’ingresso della loro casa, a Ghedi. In modo da accaparrarsi in fretta e furia tutto ciò che sembrava di valore, anche i gioielli che mamma e figlia stavano indossando: uno rovistava nelle stanze, l’altro teneva ferme le vittime sotto minaccia di colpirle con le lame della forbice. Modesto il bottino, che ha indotto i due alla fuga dopo pochi minuti: di panico e comprensibile terrore per le due malcapitate. Che subito hanno chiamato i carabinieri di Ghedi per denunciare la rapina. I sospetti degli investigatori si sono concentrati proprio su due stranieri che da giorni bazzicavano in zona ed erano pure già stati segnalati per una rissa in un pub e alcuni furti. Ventenni, senza lavoro, sono stati rintracciati vicino alla stazione e sottoposti al fermo di polizia giudiziaria, poi convalidato anche dal gip. Sono in carcere. (m.rod,)