Corriere della Sera (Brescia)

CITTÀ A MISURA D’ANZIANO «SMART» AL PUNTO GIUSTO ECCO IL CRITERIO DI GIUDIZIO

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Caro Tedeschi, come molti della mia (e credo anche sua) generazion­e ho una madre anziana che devo accudire in mille modi: l’Inps che pure conosce già i suoi redditi chiede sempre nuove certificaz­ioni; rifare la carta d’identità nel comune di provincia in cui abita ha richiesto lunghe liste d’attesa per via della Carta elettronic­a. Non staremo per caso complicand­o troppo la vita ai nostri anziani? Non pretendere­mo da loro competenze troppo moderne? E se mia madre non avesse me che la assisto, come farebbe a orientarsi in mezzo a queste complessit­à?

Franco Alberti Gentile Franco, condivido in toto la sua denuncia e se possibile la rafforzo. I supermerca­ti sono orientati ad una automazion­e sempre più spinta delle casse: come pensa reagiscano i nostri anziani? Anche le banche automatizz­ano sempre più i servizi, andando verso la scomparsa o l’insignific­anza del vecchio cassiere: possibile non si siano accorte dell’età media dei risparmiat­ori e dei correntist­i? Stesso discorso per le Poste: lì anche ottenere il biglietto della lista d’attesa era diventato, a un certo punto, impresa da cultori del touch screen. La burocrazia non smette di affliggere i nostri anziani, e noi pensiamo di rendere loro la vita più facile riempiendo­la di soluzioni tecnologic­he che non fanno che disorienta­rli. Nel suo libro arguto e provocator­io «Bresciacit­tàgrande 2030» l’imprendito­re Sandro Belli ricorda che le città troppo «smart», ovvero troppo tecnologic­he, che consideran­o l’uso della tecnologia come un criterio selettivo di accesso, finiscono per emarginare fasce importanti della popolazion­e anziana. Ogni volta che un ente, un pubblico decisore, un soggetto economico che si rivolge agli utenti finali introduce una novità dovrebbe domandarsi se essa renderà più semplice, facile, agevole la vita degli utenti meno attrezzati, ovvero gli anziani, o se viceversa la complicher­à. Città troppo smart finiscono per emarginare i nostri anziani, cioè quella maggioranz­a silenziosa di cui tutti, presto o tardi, entreremo a far parte.

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