Corriere della Sera (Brescia)

Il viaggio della sofferenza e quello per diletto

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A Pasqua, io e mia moglie eravamo sul regionale Trenord delle 8,50 per Parma. Si andava in gita, a vedere le bellezze che la città emiliana offre. Insieme a noi altri viaggiator­i: chi andava a pranzare da parenti, chi doveva poi proseguire per Riccione, chi sempliceme­nte tornava a casa.

Il treno viaggia in orario, ma inspiegabi­lmente la corsa invece di arrivare a destinazio­ne a Parma viene terminata a Piadena, in provincia di Cremona.

Il personale di bordo ci dice di aspettare il successivo treno da Brescia (sarebbero state 2 ore di attesa). In un secondo tempo veniamo avvisati che è stato organizzat­o un servizio sostitutiv­o con taxi; e meno male, visto che il treno successivo nel frattempo è stato soppresso.

Peccato che a mezzogiorn­o i taxi non siano ancora arrivati. Chiamiamo allora il numero verde di Trenord, scoprendo così che non ci sono nemmeno i taxi che ci avevano annunciato, e che invece è in fase di allestimen­to un nuovo treno da Brescia, che però non si sa quando arriverà (di sicuro non più in tempo per il pranzo pasquale dei nostri sfortunati compagni di viaggio che tornavano da parenti).

Io e mia moglie consideria­mo allora l’ipotesi di tornare indietro, ma non circola più nessun treno neppure da Parma verso Brescia.

Per fortuna (diciamo così), il treno che ci aveva piantato in asso la mattina è ancora fermo lì in stazione, e alle 12,59 viene fatto ripartire per Brescia.

Siamo quindi potuti finalmente tornare indietro, felici come una Pasqua.

Tendere la mano a chi soffre è gesto bellissimo. Ed è un piacere dare il voto più alto a quel gruppo di caritatevo­li amici – donne, uomini, giovani, anziani – che seguendo l’esempio di don Luigino Garosio hanno accompagna­to a Lourdes persone che desiderava­no pregare davanti alla grotta. E fra questi anche malati che da soli non avrebbero potuto raggiunger­e la metà desiderata, ma che ogni anno possono trovare conforto ed energia nel pellegrina­ggio. Altro tema, altro accompagna­tore. È Vezzola del Cai di Vestone. Ha il merito di insegnare ai giovani come andare in montagna in tutta sicurezza. Bravo. Ecco poi Bertulli, topo d’archivio e di biblioteca che ci fa conoscere la storia di Cellatica. Anche a lui un grazie. Chi vuol far conoscere invece i tesori di Toscolano è il presidente della Pro Loco. C’è bisogno di gente che si impegni per valorizzar­e i gioielli bresciani. E ci sarebbe bisogno anche di qualcuno che punisca quei disperati, per hobby, tagliano alberi.

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Con l’aiuto di guide ben preparate, Raffaele Vezzola, animatore del Club Alpino Italiano di Vestone sta insegnando ai ragazzi fra gli 8 ed i 18 anni ad andare in montagna in tutta sicurezza, cosa non scontata. La scuola funziona bene.
Andar per monti Con l’aiuto di guide ben preparate, Raffaele Vezzola, animatore del Club Alpino Italiano di Vestone sta insegnando ai ragazzi fra gli 8 ed i 18 anni ad andare in montagna in tutta sicurezza, cosa non scontata. La scuola funziona bene.

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