L'economia circolare piace all’Università Progetti per il riciclo
Il futuro dei fanghi di depurazione e materiali elettrici
Economia circolare che passione in università statale, dove ieri sono stati presentati due progetti che hanno ottenuto finanziamenti dal ministero dell’Ambiente: il primo (300 mila euro) finalizzato allo sviluppo di nuove tecnologie di recupero, riciclo e trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee); il secondo (800 mila euro) la co-combustione (con i rifiuti solidi urbani) della parte non reimpiegabile in agricoltura dei fanghi di trattamento delle acque reflue. Con il primo progetto l’obiettivo è intervenire sui rifiuti elettronici e in particolare sulla gestione delle plastiche in essi contenuti, che per una particolare tipologia può arrivare praticamente a un terzo del peso complessivo. Non poco: in Italia, per dare un’idea, lo scorso anno la raccolta di Raae del gruppo 4 ha superato le 55 mila tonnellate, il 9% in più rispetto all’anno precedente. Il progetto portato avanti dal dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale della Statale insieme a Ecolight (consorzio nazionale per la gestione dei Raee) e Stena Technoworld (impianto di trattamento dei rifiuti elettronici) si pone l’obiettivo di intervenire sulle 16 mila tonnellate di plastica che, una volta raccolte, devono essere sottoposte a trattamento di recupero. Problema non da poco perché si tratta di superare alcuni fattori penalizzanti quali la grande diversità di polimeri e la presenza di plastiche con ritardanti che impone ulteriori processi di separazione. Il progetto avviato, che avrà la durata di 18 mesi, si pone l’obiettivo di superare proprio tali ostacoli e di massimizzare quindi la percentuale di componente riciclabile.
Il secondo progetto, «Rendering», muove i primi passi partendo dai risultati ottenuti in seguito a due progetti europei recentemente conclusi sempre in ambito universitario sulla stabilizzazione delle ceneri leggere che derivano dai processi di termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani (Cosmos e Cosmos-Rice). Il progetto propone la co-combustione (con i rifiuti solidi urbani) della parte non reimpiegabile in agricoltura dei fanghi di trattamento delle acque reflue. Infatti, nei processi di depurazione delle acque vengono prodotti dei fanghi, che sono a volte recuperati tramite spandimento su terreni agricoli. A volte, invece, a causa dei contaminanti presenti, questi fanghi non possono essere riutilizzati e vengono quindi, in Italia, destinati alla discarica. In molti altri paesi europei questi rifiuti vengono già termovalorizzati. Lo scopo è quello di ottenere una polvere adatta per essere impiegata per la produzione di nuovi eco-materiali, come per esempio alcuni compositi a base di materie plastiche. Il progetto è stato presentato dalla Statale in partnership con Csmt (centro di trasferimento tecnologico), Instm (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali) e Regione Lombardia, è sostenuto da stakeholder come A2A, Legambiente Brescia, Acque Bresciane srl e Atelier Europeo. L’illustrazione dei progetti avvenuta ieri nel Salone Apollo del rettorato - alla presenza del rettore Tira, della delegata alla ricerca Marina Pizzi, dei deputati Simona Bordonali e Giuseppe Donina stata fatta dai ricercatori protagonisti Elza Bontempi Giuseppe Piardi, Paolo Cotti Cottini e Marialuisa Volta.