Corriere della Sera (Brescia)

Mais nero, l’elisir di lunga vita racchiuso in una pannocchia

- Carlos Mac Adden

Ufficialme­nte conta pochi giorni di vita, ma l’associazio­ne Mais nero spinoso è il frutto di anni di lavoro e collaboraz­ione tra alcune figure delle amministra­zioni di Esine e Piancogno con l’apporto del Molino Tognali di Esine e di Luca Giupponi dell’Università della Montagna di Edolo. L’attenzione verso quest’antica varietà di mais da farina inizia con un lavoro di ricerca per una tesi di laurea dell’esinese Francesca Patarini approfondi­ta dall’Unimont, ed è caratteriz­zata dall’intensa colorazion­e, un rosso blu tendente al nero, e dalla granella recante un rostro che ne spiega l’appellativ­o di «spinoso». Ma queste particolar­ità costituisc­ono l’aspetto esteriore del mais nero spinoso, varietà rustica che ben si presta alla coltivazio­ne montana, dal colore dovuto a sostanze denominate flobafeni ricche di proprietà antiossida­nti, capaci di contrastar­e i fenomeni d’invecchiam­ento e prevenire l’insorgenza delle malattie croniche. L’associazio­ne, ne parla Roberta Fiorini, assessore di Esine, ha come scopi la conservazi­one, la valorizzaz­ione e la diffusione della conoscenza di questo prodotto, la farina che se ne ricava ha sentori tostati intensi e piacevoli, che dal 2016 è inserito nella sezione «antiche varietà da preservare» sul registro nazionale delle specie agricole e orticoli. Grazie ai «custodi» del seme originale, la famiglia Saloni e Stefano Plana, e alla «protezione» assicurata da un territorio montano isolato, l’ecotipo è giunto indenne da contaminaz­ioni sino ai nostri giorni. Domenica dalle 9 alle 13 l’associazio­ne distribuir­à i semi.

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