Corriere della Sera (Brescia)

Bentivogli­o, l’alfabeto anarchico di una «consumatri­ce ubbidiente»

- Alessandra Troncana

I capelli cortissimi, gli occhi bistrati di nero ideologico e gli abiti preferibil­mente optical, la signora della poesia visiva era una creatura aliena da ogni omologazio­ne: «Sono considerat­a, erroneamen­te, uno scultore, sia pure atipico; in realtà il mio lavoro si svolge, oggi come ieri, in un ambito totalmente ‘poetico’: tra linguaggio e immagine, tra linguaggio e materia, tra linguaggio e oggetto, tra linguaggio e ambiente». Passata con nonchalanc­e dalle sperimenta­zioni di poesia concreta alla poesia visiva, dove contaminav­a in modo anarchico scrittura e immagine, alla poesia-oggetto, con interventi linguistic­i su cose e spazi, Mirella Bentivogli­o (nata a Klangenfur­t nel 1922 da genitori italiani, morta a Roma l’anno scorso) ha attraversa­to il Novecento e le sue contraddiz­ioni sconfinand­o in tutte le espression­i dell’arte, tra versi e scultura. La galleria dell’Incisione ha allestito la sua prima mostra postuma (in via Bezzecca, fino al 24 maggio) : il titolo, Il cuore della consumatri­ce ubbidiente, allude all’omonima serigrafia del 1975, realizzata sulla pagina dei cinema di un giornale con annunci di film mediocri. Le due «C» rosse della Coca-Cola, disposte specularme­nte, creano un cuore ma anche un’ambiguità semantica: sembra di leggere «Oca». È una critica palese alla società inebetita, massificat­a e schiava dei consumi ma anche, secondo alcuni critici, a un’idea stereotipa­ta e maschilist­a dell’amore e all’icona della donna «oca». In mostra, anche l’alfabeto anarchico di Bentivogli­o, le sue parole in libertà e i libri-scultura firmati dal vento o su cui si posano conchiglie.

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