I numeri del 2017 sono da record ma incombe l’incubo Tav
In attesa della Tav il Consorzio di Tutela del Lugana arriva al Vinitaly in ottima forma. Il 2017 si è concluso a quota 16 milioni e 100mila bottiglie, con un aumento nel fatturato del 15% sull’anno precedente. Non è una novità, da molte stagioni il Lugana ha imboccato la strada giusta, alzando il livello nella zona veronese e soprattutto in quella bresciana. Una prova tangibile? All’ultimo Decamter World Wine Awards, il più importante concorso enologico al mondo, l’Orestilla 2015 di Montonale, nei pressi di Desenzano, è stato classificato come miglior vino bianco del mondo. «Un segnale importantissimo per tutti – dice Carlo Veronese (foto), direttore del Consorzio di Tutela – perché si tratta di un vino realizzato da un monovitigno sconosciuto agli stranieri quale il Turbiana e da un’azienda di giovani, che crede nell’agricoltura e nella massima qualità». In più quella del 2017 è stata una buona vendemmia, rispetto ad altre zone vinicole, molto danneggiate dal clima: questo unitamente all’aumento della superficie vitata ha contribuito al risultato positivo. Per tre quarti, il Lugana esce dai nostri confini e finisce nei mercati tradizionali, anche se il Consorzio inizia a guardare con interesse a quelli nordici e dell’Europa orientale. C’è la scelta evidente di privilegiare l’export, sin quando la quantità disponibile non aumenterà. Ma quando? Nel momento di maggiore espansione, spuntano i cattivi pensieri sulla Tav: «Non siamo riusciti a far ragionare chi di dovere, ora non ci pensa nessuno ma tra due anni avremo cantine e comuni isolati dai lavori» sottolinea il direttore. Meglio tornare ai motivi per sorridere. «Le aziende hanno venduto tutte le bottiglie. Se un colosso come Santa Margherita acquisisce Ca Majol e una firma storica come Allegrini acquista 40 ettari nella zona vuol dire che può solo migliorare» chiude Veronese. (m.b.)