La voce di Fausto Leali per i carcerati bresciani
Mi chiamo Lorenzo, ho trent’anni e da sempre abito a Brescia, una città per certi aspetti ostile, ma a cui io sono molto affezionato. Affezionato perché nonostante abbia la nomea di essere una città chiusa ha saputo essere una città accogliente per molti, ha saputo mantenere un centro storico vivo e popolare. Da un po’ di tempo, però, le ordinanze comunali restrittive che stanno investendo tutta Italia, hanno reso maggiormente aspra la vivibilità dello spazio pubblico. Io personalmente non ho mai bevuto, ma trovo deprimente l’idea che non si possa sostare nelle numerose piazze cittadine in convivialità, bevendo birra, suonando strumenti, ballando e giocando a calcio se non richiedendo autorizzazioni e permessi. A fine marzo siamo stati fermati da una pattuglia della Polizia Locale proprio durante una partita di pallone nata spontaneamente in Piazza Vittoria. Siamo stati informati del regolamento che vieta il gioco nello spazio pubblico e, nonostante non ci sia stata fatta sanzione, siamo stati avvertiti di una sicura esecuzione della multa nel caso avessimo ripetuto l’«infrazione». Amo il calcio e insieme ai miei compagni, oltre ad incontrarci nei campetti, ci piace giocare in strada. Piazza Vittoria è un luogo asettico, urbanisticamente squadrato e storicamente squadrista, ma perfetto da liberare dalla sua freddezza attraverso la pratica del gioco informale. La piazza, come un parco, può e deve poter essere vissuta in maniera spontanea e libera, rispettando la convivenza di tutti. Siamo stanchi di sottostare alle retoriche della «città pulita» e quindi vuota. Giocare a calcio, praticare lo skate, suonare, danzare, non sono crimini. Grazie per l’attenzione.
«Visitare i carcerati»: è una delle opere di misericordia. Fausto Leali, gloria di casa, ha fatto qualcosa in più oltre alla visita. Ha cantato per loro regalando una bella serata. Bravissimo. L’elogio è ovviamente anche per gli altri musicisti che hanno reso interessante la serata.
Speri in un concerto bis la vivandiera della Questura – zero in condotta ed in pagella – se non proverà la sua innocenza avrà per prospettiva la gattabuia. Non canta in compenso fischietta di gioia il camuno Andrea Bezzi visto che il Silter - gioia dei golosi - sta andando alla grande.
Si potrà infine cantare, suonare e recitare a Calcinato. Nicoletta Maestri, l’assessore, ha promesso che la sala sarà restaurata quanto prima. Non cantano né suonano, ma sono egualmente da applauso, Bontempi e Sanna. Per incarico del Cai, Club alpino italiano, hanno parlato degli alpini nella Grande Guerra agli studenti del Primo Levi di Sarezzo.