Viaggio in bianco e nero nella Bassa neorealista
Memorie intime e private raccontano il passato remoto di una provincia operaia ormai estinta Foto dal 1945 agli anni ‘60
Lavandaie al fosso, operaie in una fabbrica di bambole, mungitori nella stalla, telefoniste col grembiule nero … È emozionante sfogliare vecchie foto in bianco e nero. Hanno un fascino indefinibile. Eccone alcune che ci dicono come siano cambiati gli strumenti di lavoro e scomparsi certi mestieri. Una fa capire che la lavandéra non cerca più la préda meno scomoda, un’altra ricorda che tante fabbriche di bambole hanno chiuso, una terza invita a far raffronti fra i centralini telefonici di ieri e d’oggi.
Nove donne col grembiule sono ferme, in posa: sei in piedi e tre accosciate. Viste insieme, sorridenti, sembrano una squadretta di calcio a sette, più allenatore e massaggiatore. Erano cuoche provette che cucinavano per banchetti di nozze apparecchiati dai contadini o dai signorotti in cascine e palazzi. Conosciute in tutta la Bassa, da Alfianello si spostavano se richieste. Erano le antesignane dei catering. Quando poi non avevano incarichi di squadra, tornavano ai lavori di sempre: la maglia, nei campi, a servizio,
A ricordarci le fatiche dell’uomo nel tempo, sono oggi sette località: Alfianello, Carpenedolo, Ghedi, Gottolengo, Isorella, Pavone Mella e Remedello. Questi Comuni vantano Pro Loco dinamiche ed attive. Una bella eccezione nel panorama generale! Sotto l’insegna «Sapori & Saperi», che usano quando lavorano intorno a uno stesso progetto, hanno inventato una mostra fotografica sul tema I lavori di una volta. Ed hanno scelto un periodo preciso: dal 1945 al 1960, ovvero dal dopoguerra alla fine del boom economico. Mostra diffusa in tutti i centri del gruppo.
Per mesi gli incaricati sono passati di casa in casa. Hanno convinto le famiglie a frugare nei cassetti dei ricordi e recuperare testimonianze visive sui lavori di nonni e bisnonni. Ricerca non semplice. Un tempo si scattavano fotografie in occasioni di festa. Persone al lavoro non interessavano. Tribolando i bravi cacciatori di immagini hanno trovato un po’ di tutto: arrotini, carrettieri, bottai, bergamini spalatori…
Ogni foto invita ad una lettura. Ecco, a caso, la benedizione dei mezzi agricoli a Isorella. Evidente la diversità fra i trattori di un tempo e quelli odierni. Una scena di mietitura, a Pavone Mella, ci mostra le donne che nel 1942 mietono a mano. I visi sorridenti di Emma Sandrelli Bruna Predoni e Bruna Bettinazzi (Remedello) rimandano a tutte le giovani che ogni giorno partivano per Pavone Mella, dai Migliorati, o per Canneto sull’Oglio, sede della Furga. Di certo loro non hanno creato bambole di cartapesta I loro tempi sono del polietilene e poi del vinile.
Dopo un’accurata selezione (raramente accettate immagini fuori epoca e solo in casi eccezionali ) gli organizzatori, per ogni paese, hanno scelto 20 o 30 soggetti e li hanno riprodotti a grandi dimensioni.
Ogni Comune espone le foto recuperate dai suoi abitanti, su pannelli ben visibili a distanza e con didascalia esplicativa. Mostra curiosamente stradale. Annalisa Malanca a capo della Pro Loco di Isorella ha scelto come luogo d’esposizione la via lungo il Naviglio, Maria Teresa Morandi, per Pavone Mella e Daniela Losio, per Remedello, hanno puntato sulle vie del centro.
Ricordi sbiaditi Per mesi gli incaricati hanno convinto le famiglie a frugare nei cassetti dei ricordi
Interessanti i punti indicati dagli altri presidenti. Alberto Fasoli di Alfianello ha optato per piazza Ludovico Pavoni; Angelo Marzocchi di Carpenedolo, per il parco degli orti; Giuseppe Fenocchio di Ghedi, per piazzetta Trento e Oreste Bonazzoni di Gottolengo per il centro.
Oggi la vernice. Le foto verranno ritirate a fine maggio.
Visto il lavoro vien voglia di suggerire ai curiosi un bel giro, da mattina a sera. C’è da mettere in conto una bella sgroppata di chilometri, ma per passare una domenica diversa, si può anche fare.