È tutto esaurito in hotel e b&b Fenomeno one shot
In crescita le abitazioni affittate per 7 giorni
Armi e bagagli, per una settimana Filippo e sua moglie si trasferiscono a casa dei suoceri. Portano le figlie a Varese dai nonni: «Nei giorni del Design salteranno la scuola ma ne vale la pena — sorridono i genitori —. Nel nostro trilocale a Pagano arriva un gruppo di cinesi, guadagniamo 2.500 euro. Siamo freelance, fanno veramente comodo».
Storie di famiglie che affittano one shot, solo per i giorni del Salone, quando l’entrata è troppo allettante per rinunciare. Impossibile, in questo caso, fare nomi e mettere foto: gli host occasionali non sono mai stati così tanti come quest’anno ma è un segmento che a differenza degli altri, gli host sistematici, non si mette in regola e ancora sfugge ai controlli.
Il mercato sicuramente c’è: da lunedì a giovedì tutto esaurito praticamente ovunque, a Milano, con picco di presenze mercoledì; poi, fino a domenica, il tasso di occupazione scende negli hotel (all’80-85 per cento). Qui il prezzo medio è stabile rispetto al Salone dell’anno scorso: 350 euro, calcolano Apam (l’associazione di categoria di Confcommercio) e Confesercenti. Quasi il doppio rispetto alle case dove pure il costo medio è salito del 12 per cento quest’anno, stimano portali come Airbnb e Booking. Secondo quest’ultimo, gli ospiti disposti a pagare di più sono cinesi e medio orientali mentre gli italiani (che rappresentano la gran parte dei visitatori) non spendono più di 230 euro a notte. Dipende poi dalla zona, ovviamente: baciata dalla «fortuna» Brera, la più cara, e poi Tortona, Lambrate, Isola, Porta Nuova.
Dal canto loro, gli host si organizzano, hanno fondato una loro associazione, OspitaMI, con anche uno sportello fisico di consulenza, in vicolo Calusca. «Gli iscritti sono un centinaio, in pochissimo tempo. Stiamo cercando anche di favorire una mappatura di alloggi comodi per chi ha disabilità o non è autosufficiente — spiega uno dei fondatori, Fabio Calarco —. Vorremmo fare lo stesso per le famiglie con figli piccoli, alcune case sono più adatte di altre ».
Tra le prime aderenti all’associazione c’è Lucia Chessa, 66 anni, ex direttore editoriale: «Affitto due stanze nella mia casa a Porta Romana, forse l’esperienza più bella è stata con una mamma cinese, Lin, venuta a trovare per tre settimane la figlia studentessa — racconta —. La ragazza era sempre a cena da noi, con i suoi amici. Ad un certo punto Lin si è impossessata della cucina, con il mio permesso, e cuoceva tutto il giorno. Io l’aiutavo con verdure, carni, ravioli... mi sono divertita da pazzi». La consulente Antonella Brugnola, 55 anni, sposata con figlio adolescente, affitta invece un alloggio che ha in più, in zona Paolo Sarpi. «Per il Salone viene sempre da noi Peter, svedese. È stato il nostro primo ospite, quattro anni fa, ha un trattamento di favore». Ognuno mette in atto una strategia. Nicolas de Molling, 30 anni, si è trasferito per lavoro in Lussemburgo: «Ho affidato tutta la gestione a una società, Sweetguest — dice —. Ho un guadagno e non devo preoccuparmi di nulla».