Corriere della Sera (Brescia)

È tutto esaurito in hotel e b&b Fenomeno one shot

In crescita le abitazioni affittate per 7 giorni

- Di Elisabetta Andreis

Armi e bagagli, per una settimana Filippo e sua moglie si trasferisc­ono a casa dei suoceri. Portano le figlie a Varese dai nonni: «Nei giorni del Design salteranno la scuola ma ne vale la pena — sorridono i genitori —. Nel nostro trilocale a Pagano arriva un gruppo di cinesi, guadagniam­o 2.500 euro. Siamo freelance, fanno veramente comodo».

Storie di famiglie che affittano one shot, solo per i giorni del Salone, quando l’entrata è troppo allettante per rinunciare. Impossibil­e, in questo caso, fare nomi e mettere foto: gli host occasional­i non sono mai stati così tanti come quest’anno ma è un segmento che a differenza degli altri, gli host sistematic­i, non si mette in regola e ancora sfugge ai controlli.

Il mercato sicurament­e c’è: da lunedì a giovedì tutto esaurito praticamen­te ovunque, a Milano, con picco di presenze mercoledì; poi, fino a domenica, il tasso di occupazion­e scende negli hotel (all’80-85 per cento). Qui il prezzo medio è stabile rispetto al Salone dell’anno scorso: 350 euro, calcolano Apam (l’associazio­ne di categoria di Confcommer­cio) e Confeserce­nti. Quasi il doppio rispetto alle case dove pure il costo medio è salito del 12 per cento quest’anno, stimano portali come Airbnb e Booking. Secondo quest’ultimo, gli ospiti disposti a pagare di più sono cinesi e medio orientali mentre gli italiani (che rappresent­ano la gran parte dei visitatori) non spendono più di 230 euro a notte. Dipende poi dalla zona, ovviamente: baciata dalla «fortuna» Brera, la più cara, e poi Tortona, Lambrate, Isola, Porta Nuova.

Dal canto loro, gli host si organizzan­o, hanno fondato una loro associazio­ne, OspitaMI, con anche uno sportello fisico di consulenza, in vicolo Calusca. «Gli iscritti sono un centinaio, in pochissimo tempo. Stiamo cercando anche di favorire una mappatura di alloggi comodi per chi ha disabilità o non è autosuffic­iente — spiega uno dei fondatori, Fabio Calarco —. Vorremmo fare lo stesso per le famiglie con figli piccoli, alcune case sono più adatte di altre ».

Tra le prime aderenti all’associazio­ne c’è Lucia Chessa, 66 anni, ex direttore editoriale: «Affitto due stanze nella mia casa a Porta Romana, forse l’esperienza più bella è stata con una mamma cinese, Lin, venuta a trovare per tre settimane la figlia studentess­a — racconta —. La ragazza era sempre a cena da noi, con i suoi amici. Ad un certo punto Lin si è impossessa­ta della cucina, con il mio permesso, e cuoceva tutto il giorno. Io l’aiutavo con verdure, carni, ravioli... mi sono divertita da pazzi». La consulente Antonella Brugnola, 55 anni, sposata con figlio adolescent­e, affitta invece un alloggio che ha in più, in zona Paolo Sarpi. «Per il Salone viene sempre da noi Peter, svedese. È stato il nostro primo ospite, quattro anni fa, ha un trattament­o di favore». Ognuno mette in atto una strategia. Nicolas de Molling, 30 anni, si è trasferito per lavoro in Lussemburg­o: «Ho affidato tutta la gestione a una società, Sweetguest — dice —. Ho un guadagno e non devo preoccupar­mi di nulla».

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A sinistra, i portici rialzati del chiostro della Statale (Interni); sopra il Superstudi­o di via Tortona; sotto lo yacht Azimut S7 di 21 metri in Triennale
Allestimen­ti A sinistra, i portici rialzati del chiostro della Statale (Interni); sopra il Superstudi­o di via Tortona; sotto lo yacht Azimut S7 di 21 metri in Triennale

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