Il contemporaneo dialoga con il classico alla Rocca di Angera
Astrapiombo sulle acque del Lago Maggiore, la Rocca di Angera offre un patrimonio unico di arte e storia. Composta da diversi corpi di fabbrica, tra XII e XVII secolo, appartiene alla famiglia Borromeo che ne ha gran cura. Risale a pochi giorni fa la riapertura dell’Ala Scaligera, palazzetto interno alla corte in pietra rosata di Angera, voluto da Bernabò Visconti nella prima metà del 1200: negli ultimi due anni è stato oggetto di un accurato restauro, eseguito da Salvatore Simonetti e Carlotta Beccaria, che ne ha permesso la riapertura e ne ha ripristinato i decori ad affresco, tra rombi bianchi e neri, stemmi e simboli araldici. Questi ambienti sono stati destinati ad esporre installazioni d’arte contemporanea, in un suggestivo confronto tra passato e presente. Fino al 30 settembre infatti accolgono la mostra «Continuum», a cura di Antonio Grulli in collaborazione con Galleria Massimo Minini. Gli artisti presenti sono stati selezionati perché il loro lavoro, secondo i curatori, lascia filtrare legami con il classico e dialoghi con le forme antiche: così accade con i monocromi azzurri di Ettore Spalletti, gli specchi concavi di Anish Kapoor, la cascata di fibre di Sonia Hicks, il trittico luminoso di Daniel Buren, il paesaggio concettuale di Giovanni Anselmo, le teche in plexiglass di Giulio Paolini, la performance tra le statue di Vanessa Beecroft (euro 9,5/6 compreso Museo delle Bambola, Sale Storiche e giardino, tutti i gg. ore 9-17.30).