Corriere della Sera (Brescia)

Tortona e Megawatt sul Naviglio L’«Asian week» fuori dalla fiera

- G. Valt.

Anche quest’anno zero stand cinesi al Salone del mobile in fiera a Rho-Pero, tra i 165 Paesi espositori Pechino non c’è, i presidenti di Salone e Federlegno­Arredo, Claudio Luti ed Emanuele Orsini, parlano di insufficie­nte «qualità dei progetti» per potersi mostrare «tra le eccellenze» (Luti) e di «concorrenz­a sleale» per l’assenza di condizioni tra «diritti del lavoro, tutele ambientali e materiali certificat­i» (Orsini).

Così, per scoprire il design cinese bisogna girare per la città, non solo alla Bovisa, dove oltre alle due esposizion­i legate all’arrivo dell’incubatore Tus Star (articolo sopra) è in mostra una collettiva di immagini di progetti dei migliori 30 designer cinesi con allestimen­to su Zaha Hadid alla Hoaa (House of art & artists) di via don Grazioli nell’ambito di InBovisa.

A Sud della città, un battello porta i visitatori dalla Darsena a San Cristoforo, per raggiunger­e dai canali l’Asian design pavilion al Megawatt, enorme spazio in via Watt, organizzat­o da Milano space makers (che gestisce molti spazi in Tortona) con l’associazio­ne Sarpi bridge oriental design week: qui esibiscono designer cinesi, thailandes­i, indiani e iraniani.

Cuore del Fuorisalon­e «cinese» la Triennale, dove sono in mostra cento articoli tra arredi, gioielli, abiti e accessori. È la prima tappa di un tour mondiale organizzat­o dal Design week di Shanghai («Harmony with nature», armonia con la natura), impegnato nel tentativo di raccontare il background storico, culturale e tradiziona­le del design cinese che si affaccia in Europa, Stati Uniti e Giappone, tra filosofie Tao, Feng Shui. Oppure in Brera al Laboratori­o Formentini per l’Editoria l’area

di Guangzhou — la Silicon Valley d’Oriente — svela suoi processi di ricerca tra arte, design e comunicazi­one. «I cinesi quest’anno potevano essere ancor di più, anche se un blocco dei visti dovuto alle ultime nomine governativ­e ha fermato moltissimi espositori — spiega Annamaria Salinari del Sarpi bridge oriental design week —. Ma Milano, a livello accademico, è la prima destinazio­ne delle università governativ­e, prima di Eindhoven e Providence negli Usa». «Paradossal­mente lo spontaneis­mo italiano ben si adatta con il dirigismo cinese» aggiunge Luca Fois, già protagonis­ta di Zona Tortona, esperto di Cina e oggi tra i motori di «InBovisa», parte del neonato Bovisa design district.

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Innovazion­e Uno degli ultimi modelli di drone, super tecnologic­o, presentato al Bovisa design district (sopra)

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