Trapianto di midollo guarisce il 90% dei malati
Porta: «Si usa anche per patologie autoimmuni»
Il trapianto di midollo compie 50 anni. All’ospedale Civile in 28 anni ne sono stati eseguiti 580. E la percentuale di guarigione è in continua crescita: ora si attesta attorno al 90 per cento.
Il trapianto di midollo osseo pediatrico ha compiuto 50 anni (il primo fu eseguito dal professor Richard Gatti in California) ma, a dispetto del mezzo secolo di vita, la sua efficacia rimane immutata. È una pratica che viene riconosciuta universalmente, spesso, come unica via di uscita da patologie aggressive come leucemie, linfomi, tumori solidi e immunodeficienze. Brescia, con l’ospedale Civile, da circa 30 anni è in prima linea, ponendosi agli esperti di livello mondiale come uno dei fari per la pratica di tecniche d’intervento sempre più sofisticate che portano a possibilità di successo elevatissime.
«Oggi, prestando anche molta attenzione nella prevenzione e nella cura di complicanze, infezioni e problemi vascolari, post trapianto, siamo in grado di guarire circa il 90 per cento dei nostri pazienti – spiega Fulvio Porta, direttore della divisione di Oncoematolgia pediatrica del Civile – e la cosa positiva è che si sono aperte nuove prospettive di risoluzione per patologie che fino a poco tempo fa non si pensava potessero essere affrontate con un trapianto». Per malattie autoimmuni e autoinfiammatorie si aprono, dunque, nuove frontiere di intervento e cura per lasciarsi alle spalle ricoveri frequenti e terapie che si rivelavano solo un palliativo.
«Interveniamo sulla sindrome da iper IGE per la quale a Brescia abbiamo già eseguito 5 trapianti, ma anche sulla malattia granulomatosa cronica, trattata fino a poco fa con antibiotici e antifungini, o la sindrome di Wiskott Aldriche (66 casi in Italia). In questo ambito abbiamo già eseguito 44 trapianti».
Numeri che saranno presentati agli esperti internazionali presenti domani a Rivoltella per il congresso, dedicato ai 50 anni del trapianto di midollo osseo, che sarà aperto da Richard Gatti che con il primo intervento riuscì a dare la speranza a milioni di bambini.
«Le tecnologie sempre più avanzate ora ci permettono di effettuare trapianti utilizzando i genitori come donatori, cosa che prima non era così scontata», spiega ancora Porta che domani tra le credenziali del Civile porterà anche i 580 trapianti eseguiti nei 28 anni di attività nel Centro «Monica e Luca Folonari» che è riferimento nazionale, ma al quale arrivano bimbi bisognosi di cure da 11 Paesi nel mondo. E recentemente il dottor Porta è anche diventato coordinatore del centro trapianti dell’ospedale di Bangalore, in India, grazie ad una convenzione con l’ospedale Civile, individuato come partner d’eccellenza per il trattamento di leucemie, linfomi e immunodeficienze primitive. L’esperienza di Bangalore sarà termine di paragone (economico) sulla possibilità di accesso alle cure in India e negli Stati Uniti.
Intanto in Italia si sono superati i 100 mila trapianti eseguiti in questi 50 anni tra ricerca e speranza.