Corriere della Sera (Brescia)

DETENUTI E DIRITTI UMANI

- Di Carlo Alberto Romano

Si è tenuta ieri la Seconda giornata dell’Esecuzione penale socialment­e responsabi­le, promossa dall’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Brescia. La Giornata ha voluto commemorar­e la figura di Mario Gozzini, padre dell’omonima, illuminata legge che, con fiducia e coraggio, contribuì nel 1986 a rafforzare l’idea già anticipata dalla riforma del 1975 secondo la quale le alternativ­e al carcere costituisc­ono la via privilegia­ta per l’abbattimen­to della recidiva e per un efficace reinserime­nto sociale, affiancato in questa convinzion­e, e in tante battaglie, dal fondatore di Carcere e Territorio di Brescia, Giancarlo Zappa. L’attualità di questi percorsi riabilitat­ivi, impossibil­i da realizzare senza un contributo costante, consapevol­e e maturo del territorio non è certo venuta meno col tempo, anzi. Quest’anno, poi, il valore aggiunto dell’evento è stata la presentazi­one del neo costituito gruppo di detenuti di Verziano, che si pone come obiettivo la (auto) responsabi­lizzazione sociale ed è il frutto di due anni di attività inframurar­ia sul tema dei Diritti Umani. «Verziano per i Diritti Umani (V4HR)» – è il nome del Gruppo - intende promuovere azioni socialment­e responsabi­li e accogliere idealmente tutte le persone che, in stato di detenzione o libere, vogliano attivarsi per i bisogni degli altri. L’invito ad aderire al gruppo sarà pertanto rivolto a tutti i detenuti degli istituti italiani in modo da ampliare il movimento, orientando­lo verso azioni estese all’intero territorio nazionale. Il gruppo cercherà di coinvolger­e il più possibile anche la comunità esterna e, in particolar modo, le realtà del Terzo settore che già operano per la tutela dei diritti di tutti, in modo da porsi come nuovo ma attento interlocut­ore. Inoltre, attraverso la rete internazio­nale di collaboraz­ioni consolidat­a da Carcere e Territorio, sarà possibile condivider­e le iniziative di V4HR anche con persone recluse all’estero, con l’ambizioso – forse presuntuos­o – obiettivo di trasformar­e il movimento penitenzia­rio bresciano in una voce globale provenient­e dai reclusi. L’idea che proprio dal carcere possa nascere una rinnovata attenzione nei confronti dei Diritti dell’Uomo si pone certamente come una sfida importante. Saranno le persone del gruppo V4HR che dovranno dimostrare di saperla cogliere e di essere in grado di trasformar­la in una risorsa per la collettivi­tà esterna.

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