«Talien», Odissea verso la casa interiore
Itaca, una casa fisica, una casa interiore. C’è una Itaca anche in Marocco, cui fare ritorno. Talien — così laggiù, nel Paese delle cicogne, chiamano l’Italia, rimodellando il lemma dal francese — è un’odissea, un nostos, un viaggio di ritorno all’heimat, agli affetti territoriali. Alle radici. Elia Mouatamid (classe 1982), nativo di Fes, ma da una vita a Rovato (parla dialetto bresciano meglio degli indigeni) accompagna il padre Aldo, all’anagrafe Abdelouahab, emigrato da noi con una delle prime onde 36 anni fa, in Marocco. Il genitore ha espresso una volontà, perché la vita è fatta anche di parentesi che si chiudono per libera scelta, e il figlio si offre come passeur. Hanno riadattato un vecchio camion militare a camper e, una mattina presto, sotto il cielo di cemento di gennaio, partono da una cascina di campagna. Inizia così un road-movie che è un diario intimo. I due, che dialogano in
bresà, arabo (per la par condicio, entrambe le lingue, incomprensibili, tradotte con sottotitoli) e italiano, frugano nel proprio archivio di memorie e vissuto: la storia di Aldo, che si è inventato mille mestieri, perché aveva il senso dell’impre sa e non sempre ha avuto fortuna, la depressio ne della moglie-madre, le preoccupazioni del/per il figlio in un momento storico senza sicurezze. Talien è una racconto di viaggio, ma anche un interno di famiglia. Non solo — e qui stanno il pregio e l’invenzione —: è anche il modo per recuperare, attraverso testimonianze non di parte, l’immagine di un’Italia che solo qualche decennio fa era completamente diversa: c’era il lavoro e soprattutto il senso dell’accoglienza, la tolleranza. Eravamo diversi, forse anche migliori. Il film, tra pause, ristori, strade e paesaggi, non nega il suo strabismo: ci dice una cosa e ne mostra anche un’altra, che ci riguarda. Ma senza ideologie o invettive. La polpa buona rimane comunque il rapporto franco tra padre e figlio. Il regista Elia Mouatamid (memorabile il suo clip Gaiwan) non lesina l’ironia: la sequenza di sguardi tra il truce e tenero in Almeria, location di Sergio Leone, è bellissima fino alla commozione. Il film viene proiettato questa sera (ore 21) al Nuovo Eden. Presenta la serata il critico Paolo Fossati. Repliche domani alle 18 e domenica alle 21.