Ultimo consiglio, polemiche e accuse
Del Bono: è stato un buon governo. Vilardi: la peggiore amministrazione di Brescia
Il giorno dei bilanci. In consiglio comunale, l’ultimo, prima delle elezioni, è stato il giorno per fare la somma di quanto fatto e per criticare per quanto non fatto. Emilio Del Bono, numeri alla mano, ha celebrato le scelte della sua giunta e i risultati ottenuti: «Il debito si è ridotto di un centinaio di milioni di euro». Critiche pesanti dall’opposizione. Per il candidato sindaco del centrodestra Paola Vilardi: la peggiore amministrazione degli ultimi vent’anni.
Confronto acceso ma non troppo tra maggioranza e opposizione nell’ultima seduta del Consiglio comunale. Un’occasione per fare il bilancio di cinque anni di governo. Un buon governo secondo il sindaco Emilio Del Bono. Il peggior governo mai avuto da Brescia per le opposizioni.
Di «un buon lavoro» fatto dal sindaco Emilio Del Bono ha parlato il capogruppo del Pd Fabio Capra. Ovviamente opposte le valutazioni del centrodestra. «La campagna elettorale la pagano i cittadini» ha ricordato Mattia Margaroli capogruppo di Forza Italia «l’opposizione per cinque anni non ha mai mollato». E al centrosinistra: «Avete trasformato la raccolta dei rifiuti, la città è peggiorata e aumentata del 7% la tariffa dei rifiuti». Per Margaroli quella di Del Bono è «la peggior amministrazione che Brescia ha avuto». Il centrodestra perde due consiglieri, ha deciso di non ricandidarsi Nini Ferrari capogruppo «X Brescia civica» e con lei il consigliere Francesco Puccio.
Contro l’amministrazione Del Bono è andata all’attacco Paola Vilardi di Forza Italia candidata a sindaco di Brescia per il centrodestra che ha accusato di miopia il sindaco: «non guardate oltre il vostro naso, siete impegnati anche oggi nell’autocelebrazione» mentre «in cinque anni le tasse sono aumentate, le spese correnti del 13%, gli investimenti sono il 5% in meno e le spese sociali si sono ridotte fino al 2016 e sono ritornate solo in vista della campagna elettorale». La sicurezza? Vilardi lamenta «poca attenzione alla nostra polizia municipale». E sull’urbanistica: «Milano diventata punto d’incontro culturale europeo, Sala non si è dimenticato che la prima parte l’ha fatta Albertini. A Brescia si chiude una consiliatura, forse la peggiore di questi 20 anni, (LaPresse/Morgano)
con un sindaco che non ha mai avuto la volontà di avere rapporti con tutte le forze politiche. Mi auguro che il sindaco riparta, ma con un biglietto di sola andata».
«In cinque anni ho fatto il mio dovere» ha replicato Del Bono: «Abbiamo detto la verità e i cittadini per fortuna sanno bene distinguere le condizioni dal 2010 al 2016». Perché l’amministrazione Paroli non votò il bilancio di previsione 2013? «Solo perché non era in grado di farlo e di prendersi la responsabilità politica, avete fatto sei bilanci di previsione. Oggi ci sono meno debiti, oltre 110 milioni in meno, sono aumentati gli investimenti pubblici e gli utili, c’è più recupero che evasione». Il sindaco ha ricordato la riduzione delle spese correnti e l’abbattimento dell’indebitamento: «È falso dire che oggi la macchina comunale costa di più».
«Con Paroli — prosegue Del Bono — è stata realizzata la metropolitana, finanziata con un piano di indebitamento nel bilancio di previsione 2013 e noi stiamo ancora pagando il mutuo. E abbiamo risanato l’indebitamento sulla quarta cella». E sull’ambiente: «Ho sostenuto il depuratore ma non l’ho fatto io» rivolto al centrodestra: «Quando siamo arrivati noi c’era cromo esavalente dell’acqua potabile oggi è azzerato e la scelta è di reperire risorse finalizzate alla messa in sicurezza della falda della Caffaro. Il rapporto tra maggioranza e minoranza non è facile, qualche passo avanti è stato fatto — ha aggiunto il sindaco — abbiamo cercato di mettere un membro nelle commissioni. Abbiamo avuto più incomunicabilità con Forza Italia che con la Lega, lo riconosco. Bisogna migliorare? Qualche passo avanti si può fare».
Del Bono
In cinque anni ho fatto il mio dovere Abbiamo detto la verità e i cittadini per fortuna sanno bene distinguere la realtà