Distretti, a Brescia nel 2017 vola il vino: registra un più 46%
La provincia piazza quattro settori in crescita nei primi dieci della Lombardia
Export, volano i distretti Il vino è da record: +46,1%
Le esportazione dei ventitré tradizionali distretti lombardi nel 2017 hanno registrato una performance sopra la media nazionale (+7 rispetto al +5,3%) e tra questi, quattro di quelli bresciani sono nei primi dieci. Il vino è al primo posto (+46,1% nel quarto trimestre). Bene anche metalli, rubinetterie e calzature.
Le esportazione dei ventitré tradizionali distretti lombardi nel 2017 hanno registrato una performance sopra la media nazionale (+7 rispetto al +5,3%) e tra questi, quattro di quelli bresciani sono nei primi dieci.
Il vino è al primo posto con un incremento di oltre 20 punti percentuali rispetto al 2016 (+46,1% nel quarto trimestre); l’export dei metalli ha chiuso con un +16,2 mentre il distretto dei rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane ha registrato una crescita delle esportazioni del 6,2% (+11,8 nel solo trimestre ottobre-dicembre). Una dinamica simile, con una crescita più sostenuta nella fase terminale dell’anno (+12,7%), ha caratterizzato anche le esportazioni dell’abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana, +3,4% nel complesso del 2017.
Questi i risultati del “monitor” dei distretti della Lombardia curato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Il report analizza inoltre quali sono stati i mercati nei quali si sono registrati i risultati migliori. Ed è così che, per il distretto dei vini e dei distillati, si conferma il forte traino delle vendite nella Federazione russa (più che raddoppiate, rispetto al 2016), che si somma a una buona performance di export nel Regno Unito, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Per quanto riguarda le esportazioni dei metalli che rappresentano il 14,8% del “peso” complessivo delle esportazioni lombarde, spiccano i contributi di Germania, Francia, Polonia, Spagna e Svizzera.
A fare da traino dal punto di vista merceologico sono le lavorazioni di metalli non ferrosi e la siderurgia, seguite da lavorazioni a freddo dell’acciaio, prodotti in metallo e carpenteria metallica. Dal confronto dei dati emerge inoltre che il settore ha sostanzialmente recuperato i volumi del 2008, dall’inizio cioè della pesante crisi economica. Sempre la Germania, la Francia e Stati Uniti sono i mercati privilegiati per il distretto di Lumezzane con una maggiore dinamicità delle vendite di coltelleriaposateria-pentolame rispetto a quelle, comunque in crescita, di rubinetteria.
Una forte spinta alle vendite del distretto dell’abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana è giunta da anche dalla Slovacchia, Corea, Regno Unito, Cina e Federazione russa. É la maglieria esterna ad aver agito da traino. Positivi, benché circoscritti al quarto trimestre, anche i risultati di export dell’abbigliamento. Risultati che hanno spinto oltre i dieci punti percentuali il valore delle esportazioni registrate nel 2008.
Sia i mercati maturi (+7,4%) sia i nuovi mercati si sono mostrati trainanti per la performance regionale.
Le esportazioni dirette agli sbocchi commerciali più tradizionali sono cresciute del 7,4%, nel complesso del 2017 (+9,8% nel quarto trimestre). Particolarmente dinamiche le vendite in Germania (+11,5% su base annua), Francia (+7,6%), Spagna (+6,9%) e Stati Uniti (+6,6%). Buona la performance dell’export destinato ai nuovi mercati aumentato del 6,4% e che rappresenta il 37% circa del totale delle esportazioni dei distretti lombardi. Sempre a livello regionale, spiccano i risultati di vendita in Cina (+18,8%), paese che occupa la settima posizione assoluta nella classifica dei mercati di sbocco dei distretti lombardi. In crescita a due cifre anche le esportazioni dirette in Polonia (+12,5%) e Federazione russa (+15,6%).
Si conferma in accelerazione l’export destinato alla Turchia, per una performance di crescita annua pari al 9,2%. Il “monitor” dei distretti della Lombardia curato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo segnala anche i buoni risultati di export in Repubblica Ceca (+9,5%), Ungheria (+6,8) e India (+10 per cento).