Violenza nelle scuole Il giudice: genitori incapaci di insegnare cosa è un limite
Le riflessioni della neopresidente del Tribunale dei minori
Ragazzini indagati per «bullismo» nei confronti di insegnanti che non riescono a tener loro testa. Una violenza che «credo sia frutto dell’assenza del limite che i genitori sembra non sappiano più insegnare ai figli, nel loro bisogno di iper-proteggerli per sentirseli ‘amici’». Così riflette la (neo)presidente del Tribunale dei Minori, Cristina Maggia, che ha preso possesso del suo ufficio nelle scorse settimane. È come se i padri e le madri fossero «costantemente alla ricerca del consenso da parte dei loro figli onnipotenti». Ma nel precario gioco forza tra le parti alla costante ricerca di equilibrio «un buon genitore — continua la presidente — deve saper mantenere il punto, a costo di “non piacere al figlio” e di affrontare eventuali conflitti che non sono negativi di per sé, ma anzi fanno pare dell’esperienza della crescita». La «fragilità» dei genitori, quindi, «o la loro assenza», accanto alla «mancanza di autorevolezza degli insegnanti, sono elementi premonitori di situazioni che , dove non riprese con fermezza, non possono che degenerare». Ma che per fortuna, ad oggi, non sembrano rappresentare un’emergenza nel nostro distretto.
A Milano fino al 1993 (giudice istruttore, ma anche a capo di una serie di indagini sulla criminalità organizzata), Cristina Maggia approda alla sezione minorile di Genova («non ne sapevo nulla!») dieci anni da giudice e poi in veste procuratore. Capo, dal 2012. Vicepresidente dell’Associazione italiana magistrati per i minorenni e la famiglia — si è battuta con tutte le sue forze affinché i tribunali dei minori non fossero aboliti da una paventata riforma — due figli (uno a Milano e uno in Spagna) adesso, è il nuovo presidente del Tribunale per i minori di Brescia. «Non la conoscevo, lo ammetto» se non per un curioso retaggio d’infanzia: «I miei genitori avevano una casa vacanze a Pilzone, sul lago d’Iseo, per questo ho molti amici bresciani». Questa città, continua Cristina Maggia, «è di sicuro una piazza molto interessante» e altrettanto diversa dal contesto ligure, dove «i fascicoli perlopiù sono legati a situazioni di disagio all’interno di famiglie italiane e le denunce, per due terzi, non riguardano persone straniere». Qui, invece, «sono rimasta colpita»: «Il lavoro c’è. Ma non tutti gli stranieri sono integrati. E allora bisogna insegnare loro a farlo. Ci vuole tempo, ma quello intrapreso mi sembra un cammino positivo». Per questo, tra le priorità nell’agenda del presidente c’è l’impegno a «relazionarmi con tutte le istituzioni territoriali per trovare una linea comune, che non sia caratterizzata da un eccessivo rigore a prescindere». Perché «vede, quello della giustizia minorile non è un lavoro isolato, ma sintonico, anche con le scuole» giusto per ricordare i recenti fatti di cronaca. Primo passo: «Capire». Poi sintonizzarsi. «Servono norme procedurali uniformi e precise verso un modello unico di riferimento per gli operatori, e più certezze istruttorie alle persone che a noi si rivolgono».
Con l’arrivo di un nuovo giudice, in maggio, l’organico sarà pieno. Ma «il problema enorme» di cui anche la neopresidente ha preso atto, «è dato dalle scoperture amministrative». Eppure, sulle pendenze «ci stiamo organizzan-
do, in questi uffici hanno fatto tutti un lavoro straordinario. Ecco perché funzionano.».
«Appassionatissima» del suo lavoro, adesso, dice, Cristina Maggia, «sono grata, e non vorrei fare altro»: perché «restituisce speranza, può raddrizzare una famiglia disfunzionale e dare strade ricostruttive a un ragazzino che delinque, ma anche un futuro a un bambino». Servono «tanta umiltà» e «una profonda capacità di pensiero e identificazione nell’altro. Mi piace stare a contatto con la gente, ma sono allergica alle semplificazioni: ogni storia è diversa, frutto di tante variabili di cui non possiamo non tenere conto». Sorride, Cristina Maggia. Nella consapevolezza che «questo lavoro per me lo dovrebbero fare tutti i colleghi per un po’: ti mette a contatto con la tua emotività. Ed è un arricchimento grande». Buon lavoro, presidente.
Cristina Maggia Brescia una piazza molto interessante, ora dialogo con istituzioni e scuole per una linea comune