Photo festival, viaggio nelle camere oscure dei collezionisti
In mostra, le «Cose» di Scianna e scatti dell’archivio Trevisan. La vernice il 16 maggio, anche in provincia
La pipa incollata alla bocca, i cavalli a dondolo, una foto di Leonardo Sciascia e un vecchio, bellissimo, ingranditore di legno marca Imperator conservato come una reliquia (gliel’ha regalato Dondero): nel suo studio disordinato, Ferdinando Scianna ha accumulato libri, cataloghi, feticci. Dopo il corteggiamento di Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei, il reporter ha concesso alcune delle sue Cose (il titolo della mostra) a Santa Giulia, per il Brescia Photo festival: la città diventerà (di nuovo) una camera oscura dal 16 maggio al 2 settembre. «Dopo il succesdello so dell’anno scorso — ha detto Di Corato — abbiamo voluto alzare l’asticella». E fare un’edizione extralarge, Collections, che dalla città, dai suoi musei e dalle gallerie si dipana a Desenzano, Coccaglio e Montichiari, dove saranno allestite altre esposizioni. In Santa Giulia, oltre alla mostra di Scianna — 80 scatti e dieci souvenir di altrettanti viaggi con tre foto ciascuno e un testo del reporter —, ci sarà anche Percorsi paralleli. La collezione di Mario Trevisan, a cura di Di Corato, Renato Corsini, direttore del Macof, e stesso collezionista bulimico, che comprò il suo primo pezzo proprio in città e porterà a Brescia quaranta vintage per tessere un dialogo tra autori — Jodice, Ray e Lartigue per fare tre nomi a caso — e immagini. L’attrazione focale di Paolo Clerici, altro collezionista ossessionato dalla fotografia, per l’obiettivo trapela in Tre per uno, la mostra allestita al Macof e curata da Carlotta Clerici. Tra le gallerie e le università — Cattolica e Laba — che hanno voluto interpretare il Photo festival c’è l’Aab che allo Spazio contemporanea (corsetto Sant’Agata) espone 1976-2018. Foto di gruppo con bresciani: ci saranno i ritratti vintage fatti a visitatori più o meno ritrosi della mostra organizzata nel 1976 dal Collettivo fotografi: «Una quarantina di scatti e otto negativi. Chiederemo al pubblico e, se vengono, ai superstiti di quegli anni, di lasciarsi sottoporsi alla tortura anche stavolta, per un confronto» ha fatto sapere Dino Santina, dell’associazione artisti bresciani. Per il vicesindaco Laura Castelletti, con il Photo festival «il godimento dei collezionisti diventerà quello dei visitatori».